mercoledì 12 giugno 2013

Processo Bassolino-Impregilo: cronache di un processo dimenticato

Ieri 27/05/2013 nell’aula della 5° sezione penale del Tribunale di Napoli è iniziata la requisitoria del PM Sirleo nel processo per la gestione dei rifiuti in Campania dal 1998 al 2007, che vede imputati Antonio Bassolino, Cesare Romiti, Giulio Facchi, Antonio Vanoli e altri venticinque.
Il processo è iniziato nel 2008 e il Pubblico Ministero ha riassunto le fasi e le testimonianze principali di questi cinque anni di dibattimento, seguendo una trattazione per temi.
Sirleo ha sottolineato che la gestione della raccolta dei rifiuti e degli impianti, previsti nel contratto d’appalto, non tenevano conto né delle regole dell’accordo, né della normativa vigente all’epoca. Allora Commissariato ai rifiuti, Fibe SpA e Fibe Campania si palleggiavano reciprocamente le responsabilità della cattiva gestione, ma sia l’uno che le altre ignoravano consapevolmente alcune relazioni stese da consulenti da loro stessi nominati, che segnalavano difformità di esecuzione delle procedure e carenze degli impianti.
Il PM ha ricordato tra le altre le testimonianze di alcuni consulenti, prima incaricati da Fibe e Fisia dei controlli, poi ostacolati nel loro lavoro, fino a far giungere qualcuno di loro alla rinuncia all’incarico, dopo alcuni “fatti inquietanti”. E’ stata poi ricordata la testimonianza di un consulente di Impregilo, che ha ammesso che la società, quando si trovava in difficoltà nella realizzazione di qualche procedura (non riusciva a realizzare quanto scritto nel progetto) aspettava fiduciosa che, a livello nazionale, la normativa venisse adeguata alle necessità delle esecuzioni. Detto in altri termini, la linea di condotta era questa: si cambiava la normativa per adeguarla alle esigenze dei contraenti e non viceversa. Quando non veniva modificata la normativa nazionale ci pensava quella regionale del Commissariato e di questo il PM ha dato qualche esempio.
Egli ha ricordato anche, tra le altre, la vicenda dei “Parchi della memoria”, progetto presentato da Fibe nel 2001 come recupero ambientale di alcune cave mediante l’utilizzo del compost e bocciato dalla Commissione Cave regionale, che lo considerò improponibile come recupero, ma fattibile come progetto di discarica. La definizione di compost è stata oggetto di discussioni anche nelle udienze, soprattutto a causa di una tardiva definizione normativa a livello nazionale.
Nel corso dei cinque anni di udienze in questo processo sono stati ascoltati consulenti della Procura, consulenti delle difese degli imputati, consulenti delle società coinvolte, i commissari ai rifiuti e membri dei loro staff succedutisi negli anni, testimoni degli uni, degli altri e delle parti civili. L’augurio è che si arrivi a sentenza prima della prescrizione.
I fatti analizzati da questo processo sono quelli che hanno generato la perenne emergenza rifiuti, che non riusciamo ancora a scrollarci di dosso.



Lunedi, 10 Giugno 2013 - ore 9,30 Tribunale di Napoli, aula 220
**Requisitoria Finale del PM Sirleo: in sintesi ci sono le prove di condotte di reato per abuso d’ufficio, falso, interruzione di pubblico servizio; ricezione, gestione e trasporto abusivo di rifiuti; smaltimento abnorme in discariche, truffa, ma ….
…. ma buona parte dei reati è già caduta in prescrizione e un’altra parte lo sarà tra breve.
Così il rappresentante della Procura di Napoli ha chiuso la sua requisitoria chiedendo al giudice di non procedere contro Bassolino, Vanoli, Acanfora, Facchi, Paolucci, Gambato, Ferraris, Pompili, Arazzini, Rallo, De Laurentis, Gasbarrini, Asprone, De Biasio, Mogavero e Paolo Romiti per prescrizione e/o per assoluzione da alcuni reati ascritti.
Ha chiesto invece condanne da 2 anni e 6 mesi a 4 anni e multe da 150 a 3.500 euro per i dirigenti Cattaneo, Orciuoli, Pelliccia e Piergiorgio Romiti.
Il PM ha individuato anche la responsabilità amministrativa per le società Impregilo, Fisia Italimpianti, Gestione Napoli, Fibe e Fibe Campania; ha chiesto quindi per loro multe che vanno
da 600. 000 a 750.000 euro e il divieto di contrattare con le pubbliche amministrazioni per 1 – 2 anni.
Infine ha chiesto il dissequestro e la restituzione alle società dei siti di stoccaggio di rifiuti e di balle.


Lunedi 17 Giugno 2013, ci sarà una nuova udienza, destinata alle parti civili e alle difese degli imputati

AUDIO DELL' UDIENZA DEL 10 GIUGNO 2013
http://www.radioradicale.it/scheda/382791/processo-bassolino-ed-altri-per-il-dissesto-della-gestione-dei-rifiuti-in-campania



AUDIO DELL' UDIENZA DEL 3 GIUGNO 2013..
http://www.radioradicale.it/scheda/381992/processo-bassolino-ed-altri-per-il-dissesto-della-gestione-dei-rifiuti-in-campania


Sintesi della seconda seduta. 
UDIENZA DEL 3 giugno 2013 – REQUISITORIA del PM Sirleo:
Diffondo un sintetica esposizione della requisitoria del PM Sirleo, pensando di fare cosa gradita o quantomeno di qualche interesse per gli altri.
Ritengo che questo processo sia centrale nella triste storia dei rifiuti in Campania, perchè da questa vicenda sono scaturite tante altre storie dei nostri territori. Se ne faccio un po' da cronista è perchè non ho visto, nell'aula del tribunale, in queste ultime sedute qualche giornalista che potesse raccontare. Per meglio dire: ieri ne arrivò uno, del Fatto Quotidiano, ma non era sicuro che avrebbe potuto scriverne sul giornale. E allora ecco qui la mia sintesi, anche se solo parziale per motivi di tempo. Ieri, davanti alla V sezione penale del tribunale di Napoli, la seconda udienza dedicata alla requisitoria del PM Sirleo nel processo per la gestione dei rifiuti in Campania. Se nella precedente udienza il filo conduttore dell’esposizione era stato il compost, questa volta l’argomento seguito è stato il c.d.r. (combustibile da rifiuti).
L’accusa per gli imputati e per le società è di aver rappresentato falsamente la produzione di c.d.r., sia nella progettazione che nella esecuzione delle procedure previste nel contratto d’appalto; per il commissario ai rifiuti in Campania l’accusa è di aver agevolato le società affidatarie del servizio ed aver consentito condotte e procedure al di fuori della normativa vigente e del contratto di appalto; per tutti c’è l’accusa di aver tenuto una condotta diretta a falsare la realtà.
Il PM ha fatto riferimento a documenti, alcuni acquisiti mediante perquisizioni, a testimonianze e ad intercettazioni telefoniche. Dalla sua esposizione risulta che i vertici delle società Fibe e Fisia fin dal 2000 erano consapevoli che non sarebbero riusciti a rispettare le norme del contratto firmato con la Regione Campania e che i dati dei documenti delle verifiche e delle analisi effettuate negli impianti non corrispondevano alla realtà. Ben presto anche il Commissariato ai rifiuti fu a conoscenza della situazione, ma in via ufficiosa. 
Dal 2001 le società cominciarono a fornire al Commissariato analisi non veritiere dei campioni di c.d.r. prodotto. Inoltre è risultato dalle testimonianze che le analisi venivano effettuate sul cosiddetto Cdr 1, di migliore qualità, prodotto negli impianti di Pianodardine e Caivano, non venivano mai effettuate invece sul Cdr 2, quello peggiore, prodotto negli altri impianti. 
Il pubblico ministero ha ripercorso gli anni del commissariamento di Bassolino e quelli del commissario Catenacci. Ha raccontato che tra il 2001 e il 2002 la quantità di rifiuti affluenti ai centri Cdr fu tale che gli impianti dovevano restare in funzione anche nei giorni festivi e che alcuni dirigenti segnalavano condizioni di “stress” dei macchinari; mentre si accumulavano rifiuti nelle piazzole di sosta vicine. 
Ufficialmente il Commissariato mostrava di conoscere una situazione del tutto regolare e fedele al contratto d’appalto, dalle testimonianze invece è risultato che la situazione reale era ben a conoscenza di Bassolino e del suo staff. Soltanto nel 2003 il commissario ai rifiuti emanò un’ordinanza con cui consentiva di aumentare i conferimenti dei rifiuti ai centri Cdr, consentiva l’abbassamento dei parametri del prodotto in uscita dagli impianti e l’accantonamento delle balle di cdr. Si, perché ufficialmente le balle accantonate erano costituite da cdr, non da rifiuti tal quali.
Così si passò all’accantonamento di balle in attesa di tempi migliori, verrebbe da dire. In questo modo di operare il PM ha ravvisato una condotta, da parte del commissario ai rifiuti, tesa ad agevolare l’azione delle società affidatarie del servizio, in deroga però sia alla normativa vigente che al contratto d’appalto.
Sirleo nella sua esposizione ha ricordato che ha dovuto far acquisire al tribunale la trascrizione integrale di un’intercettazione telefonica, riportata solo parzialmente dall’addetto al servizio e non trascritta nei passaggi rilevanti. 
L'intercettazione riguardava Catenacci-Bertolaso.


AUDIO DELL' UDIENZA DEL 27 MAGGIO 2013..
http://www.radioradicale.it/scheda/381559/processo-bassolino-ed-altri-per-il-dissesto-della-gestione-dei-rifiuti-in-campania


Chi paga per questa devastazione?

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