venerdì 25 marzo 2016

Frode xylella. La Corte dichiara che avrebbe dovuto opporsi l'Italia alle decisioni dell'Unione Europea !

XYLELLA: A QUESTO PUNTO INOCULATECELA ANCORA! GRAZIE!
Da quando ci sarebbe questa infezione da Xylella che non contamina la qualità dell' olio d' Oliva, come ci dicono, i nostri Olivi basso salentini infetti- perché han dichiarato infetto tutto il Salento meridionale- proprio nell' annata di dichiarato picco di questa infezione(?), hanno iperprodotto olive e olio come forse non si ricordava più a memoria d' uomo! 
Mare di olio, grandinate di olive nei campi! E alberi rimasti verdi e produttivi !
ERGO LA NATURA LI HA SBUGIARDATI!
LA MAGISTRATURA E IL POPOLO LI HANNO FERMATI!
NON SON RIUSCITI AD AVVELENARE E DISTRUGGERE TUTTO PERCHE' NON CI ACCORGESSIMO NELLA DA LORO INDOTTA PAURA DELLE LORO TRAME!
E' il tempo di sfoderare l' "arma" dell' ironia!
Sommergiamoli di vignette ironiche, ridiamoli in faccia, organizziamo manifestazioni ironiche pacifiste eclatanti sotto i riflettori, e "defenestriamoli" a simpatici calci nel sedere dai nostri palazzi e uffici pubblici!
E SOPRATTUTTO PIANTIAMO TUTTI CIO' CHE HANNO VIETATO DI RIPROPAGARE E PIANTARE!
Io pianterò questa settimana una "Lavanda" (della specie mediterranea Lavandula angustifolia), che hanno vietato (sic!), anche in segno di lavaggio del Salento da questa sporca, brutta, meschina frode agronomica, che va sotto il nome oggi  di "Maxi Frode della Xylella"!

Xylella, Tribunale europeo rigetta ricorso aziende bio: “Toccava all’Italia opporsi a sradicamento”

Rimpallate da un tribunale all’altro, le 29 aziende bio della provincia di Lecce e di Brindisi non trovano un giudice “competente in via diretta”. Il loro ricorso, l’unico presentato dinanzi al Tribunale europeo, è stato dichiarato irricevibile perché, scrivono i giudici, lo Stato italiano avrebbe potuto impugnare, cioè opporsi, alla decisione della Ue che impone lo sradicamento degli ulivi, anche millenari, e non l’ha fatto.
Viene smascherato così il gioco a nascondino che da tre anni Regione Puglia e Governo italiano, ovvero il ministero delle Politiche agricole, stanno portando avanti: nessuna obbligatorietà a recepire le decisioni della Ue. Si possono impugnare, motivandone le ragioni.
Ovviamente questo era già noto, ma ora è il Tribunale europeo ad affermarlo.
Però, fanno notare le aziende bio riunite nel Comitato “Sos Salviamo ora il Salento”, difese dagli avvocati Luigi Paccione e Valentina Stamerra, “nel tempo della crisi della democrazia all’interno delle istituzioni europee, il caso Xylella segnala quanto la giustizia si sia rarefatta al punto che il diritto alla sopravvivenza di 29 aziende del biologico sembra rimanere senza un giudice competente in via diretta”.
Ora però che neanche il Tribunale europeo s’è pronunciato, dichiarando irricevibile il ricorso in quanto, dice il comitato SOS, “a suo avviso solo lo Stato italiano avrebbe potuto impugnare la decisione della Commissione UE”, sorge legittimo l’interrogativo: come avrebbe potuto lo Stato italiano impugnare la decisione UE quando esso stesso aveva già precedentemente decretato la distruzione di un intero paesaggio attraverso lo sterminio degli ulivi e la somministrazione massiccia di erbicidi e insetticidi tassativamente vietati in agricoltura biologica?
“Ci sentiamo stretti in una tenaglia che sembra non offrire garanzie adeguate di tutela giurisdizionale – afferma Daniela Comendulli, portavoce del comitato SOS. Ad aggravare questo senso di impotenza v’è l’ingiustificabile ritardo dello Stato italiano che, pur condannato dal Tar Lazio a concedere alle nostre aziende l’accesso ai documenti amministrativi relativi alla importazione del batterio nel 2010 in Puglia per motivi di studio dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, tarda tutt’oggi a consegnarli per ragioni a noi ignote.
Il tutto accade dopo che il parziale accesso agli atti relativi a quell’importazione segnala incomprensibili contraddizioni tra la data di partenza del batterio dall’Olanda e quella, assurdamente precedente, di arrivo e di apertura del plico in Italia.
Siamo dunque al paradosso che le istituzioni comunitarie e nazionali possano impunemente omettere di vigilare sull’ingresso dei batteri patogeni nei loro territori e al contempo farsi artefici della devastazione del paesaggio e dell’estinzione di un intero comparto d’eccellenza come l’agricoltura biologica pugliese.
Pur trovandosi coinvolte in un simile labirinto, le aziende biologiche e le 18 associazioni di volontariato che hanno esperito per prime i ricorsi in Italia non intendono rassegnarsi e continueranno la loro battaglia legale per la tutela dei beni comuni quali la salute e il paesaggio da consegnare alle future generazioni”.
LA XYLELLA, LA RESURREZIONE DEI MORTI E L'APOCALISSE
Se qualcuno pensava che il "club di Bari" - ordinari e non ordinari con i loro collegamenti ad ampio spettro - fosse stato stanato o umiliato dalle inchieste penali, sicuramente stava sbagliando. L'odore dei soldi (POR, Ricerca, analisi, monitoraggi, ma anche commercio e sofisticazione, ecc) è molto forte, e la fame pure, e allora bisogna fare di tutto per rimettersi in piedi e contrattaccare, per riprendere le briglie del calesse. E qual è la strada? Ritornare a seminare terrore! La Xylella "mostro" mediatico, prima ancora che biologico (non è ancora dimostrata la sua patogenicità!), viene rimesso in gioco, e le pagine e i titoli sono già pronti. Il trucco è lo stesso ed ha caratteristiche mistico-scientiste: affermare l'imminente catastrofe, l'apocalisse appunto; sdoganare gli sbrancamenti prima e gli sradicamenti poi anche se non si capisce per fare cosa e per ottenere cosa (non si può restare immobili...); distruggere il patrimonio olivicolo attuale, ma solo quello del Salento, perché quello della terra di Bari è "sano" e la xylella non ci entrerà mai; chimica a go go, ma solo nel Salento, tanto un tumore in più o un tumore in meno, che fa...; reimpianti di leccino e agricoltura intensiva. Prendersi tutto, insomma, in un modo o nell'altro! Strappare a 4 soldi anche la proprietà delle terre. E allora è necessaria una risposta politica, massiccia. E questa risposta, "Godini & Soffrini", arriverà molto presto. Non c'è solo la Procura. C'è anche il Popolo. Se necessario ci sono anche le "monetine". E noi siamo in democrazia... non in una tecnocrazia-oligarchica sponsorizzata dalla finanza e dall'agromafia.

venerdì 11 marzo 2016

Il mio grido, il mio manifesto...

Che se ne vadano via tutti
 
Gli "arrivisti" e le "arriviste" del marketing,
 
che ignorano trionfi e valori
 
Che se ne vadano gli indegni,
 
i mentitori, i mafiosi, gli assassini
 
Che se ne vadano i carcerieri dell'allegria. Che se ne vadano via le
maschere
 
Maschere senza sole, schiavi che schiavizzano
 
Corpi senz'anima
 
Che se ne vadano via tutti quelli che cancellano il riso
 
Che se ne vadano via tutti i media della "stampa" che non sono stampa senza
il potere delle multinazionali,
 
Che se ne vadano via tutti quelli che non ascoltano il clamore dei cuori,
 
né la lingua universale della libertà
 
 
 
Che se ne vadano via tutti gli pseudo giornalisti, pedagoghi del Regime che
ci uccide.
 
Che se ne vadano via tutti i "politici" svuotati di utopia.
 
Che se ne vadano via tutti quelli che ci hanno domandato, con le parole del
poeta Enrique Bossero, " dove sta la porta dei sogni belli, se non posso
entrare quando voglio ? "
 
Che se ne vadano via quelli che hanno murato il cielo. Quelli che odiano ciò
che lo illumina.
 
Quelli che scommettono sul declinare delle nostre forze e che ci stancano
con questa noia.
 
Che se ne vadano via e a quelli che sono innocenti, non accada, come scrisse
Ezra Pound, di chiedersi "chi sono, perché perdo il mio centro lottando col
mondo ?".
 
Che se ne vadano via tutti
 
Tutti quelli che negano la Cultura
 
E la sua più grande rivoluzione
 
La più grande e comprensiva rivoluzione
 
Cultura è libertà, dignità, lucidità, allegria
 
 
 
Che se ne vadano via tutti quelli che negano il valore sociale della
felicità
 
Quelli che detestano l'esistenza come possibilità creativa
 
Quelli che impongono ordini ai loro figli
 
Quelli che sottopongono i figli ai loro ordini
 
 
 
Che se ne vadano via tutti quelli che decretano

Che distruggono il canto, che uccidono la musica

Chè la poesia è lirismo, quelli che arrestano chi dipinge

E che sono profani del miracolo e del mistero.
 
 
 
Che se ne vadano via tutti quelli che trattano con il FMI
 
E devastano i diritti umani, nella corruzione e nell'impunità
 
Che se ne vadano via quelli che offrono il circo senza il pane
 
A coloro che necessitano più di pane che di circo,
 
assolutamente, che se ne vadano via quelli che vedono morire l'umanità.
 
Come iene, ridono

Rosanna Carpentieri

giovedì 10 marzo 2016

Denuncia alla Sovrintendenza Beni culturali e Paesaggistici per "mattanza" di tigli storici a San Giorgio del Sannio (BN)

lunedì 15 dicembre 2014

Denuncia alla Sovrintendenza Beni culturali e Paesaggistici per "mattanza" di tigli storici a San Giorgio del Sannio (BN)

Alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania
Via Eldorado, 1
80132 - Napoli
Tel. 0812464111  -  Fax  0817645305

​Spett.le Direzione Generale ​
 per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania
​,

sono la fondatrice e coordinatrice di un comitato civico di San Giorgio del Sannio (BN), il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia.

Mi corre obbligo segnalare formalmente alla Direzione ​quanto è accaduto in San Giorgio del Sannio per responsabilità imputabili all'amministrazione comunale.
 

Nella scorsa tarda primavera si è attuato lo scempio di due alberate di tigli storici, nel centralissimo viale Spinelli e in Via dei Sanniti.

Non è stata resa nota sul sito istituzionale dell'Ente nè la gara di appalto per simili lavori straordinari, nè la ditta vincitrice, nè i beneficiari della legna residuata alla macabra e scorretta capitozzatura

della chioma dei tigli, la cui circonferenza ad 1 metro da terra misura circa 300(trecento) centimetri!

A chi è stata data la biomassa e con quali criteri è stata attribuita?

Il sindaco non ha mai voluto rispondere e fare chiarezza pubblicamente!

Di seguito trascrivo i miei interventi sulla stampa locale, allego dossier fotografico in parte pubblicato sul canale youtube:
 http://youtu.be/H6PfnF7KxS0 

e            
​        CHIEDO

l'immediato intervento della Sovrintendenza dei beni culturali e paesaggistici,

affinchè attivi le procedure di legge contro il Comune, a tutela del verde pubblico gravemente leso e promuova nei confronti dell'Ente responsabile causa per il risarcimento del danno biologico inferto con lesioni volontarie ai tigli.

In ultimo, solleciti anche a nome del comitato che coordino, l'adozione immediata di un Regolamento del Verde, sia pubblico che privato, la cui stesura venga fatta di concerto con personale altamente specializzato e con la partecipazione di esponenti della cittadinanza, liberamente scelti.

PARTE INTEGRANTE DELLA DENUNCIA


Da Il Vaglio del 05.03.2014
 
"Decapitati" della chioma i tigli di due viali: scempio ambientale a San Giorgio del Sannio, la denuncia
L'ennesimo scempio: sintesi efficace di quanto accaduto a San Giorgio del Sannio, esploso “sul più famoso social network internazionale, Facebook, moderna agorà dell'antica Grecia e sede di mobilitazione del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia, coordinato dall'ambientalista attivista indipendente Rosanna Carpentieri”. Da qui “è partita la relativadenuncia ambientale. Le domande sono: a chi dava fastidio la chioma naturale e l'ombra odorosa dei tigli, bene comune dell'intera cittadinanza, testimonianza di ben altro amore per la natura dei nostri antenati che li hanno impiantati? Ma, soprattutto: chi si è appropriato abusivamente della legna risultante dalle efferate mutilazioni?” L'oggetto, come ben si comprende dalla nota della Carpentieri, è la cosiddetta “capitozzatura” che ha interessato “le suggestive alberate di tigli di viale Spinelli e Via dei Sanniti. E speriamo che in questa follia barbarica risparmino le sofore”, auspica Cancellieri, che spiega: “La capitozzatura sono ormai 35 anni che è esclusa dalla comunità scientifica dalle pratiche di corretta potatura di un albero, che non può ridursi ad un palo artificiale o a un antiestetico e malaticcio appendi abiti. Malgrado più di 35 anni di letteratura che ne spiegano i pericolosi effetti, la capitozzatura rimane una pratica diffusa”. Ma “la struttura naturale delle branche di un albero è un prodigio. Gli alberi hanno una moltitudine di forme e dimensioni finalizzate fondamentalmente ad una ottimale captazione della radiazione solare. Il risultato è l’infinita varietà di architetture che definiscono l’identità di ogni specie arborea e che costituiscono il carattere fondamentale della bellezza di ogni albero.
 Un albero capitozzato ha irreversibilmente perso la sua naturale architettura. Ma non solo.
​ ​
Un albero capitozzato è vulnerabile e predisposto a rotture e può essere pericoloso. Dal momento che la capitozzatura è riconosciuta come una pratica inaccettabile di potatura, ogni danno causato dalla caduta dei rami può essere riconosciuta come negligenza presso un tribunale. In virtù di tale scempio dagli esiti forse infausti San Giorgio ha perso l'ultimo residuo di verde pubblico ed una suggestiva galleria ombrosa e odorosa, per cedere il posto al torrido asfalto e all'invivibile traffico.

E' questa la tutela del verde dell'attuale giunta?”, si chiede – retoricamente - la Carpentieri.
“Quei tigli – conclude - sono beni comuni: è indispensabile pertanto la coesione dei cittadini per la tutela di un territorio ferito da colate di cemento” e “da aggressioni continue e sistematiche al nostro già scarno patrimonio ambientale e paesaggistico, tenendo presente che gli alberi non sono oggetti, nè orpelli di arredamento urbano ma complessi ecosistemi viventi e che esiste un paesaggio 'estetico' da contemplare come tele pittoriche da inventare, ma che esso fa tutt'uno con il paesaggio 'etico"' cioè quello da vivere, coessenziale alla vita umana”.
 ​

Da L'Informatore Sannita del 05.03.2014

Ennesimo scempio che amministratori insensibili e privi di scrupoli (giunta Ricci Claudio) hanno permesso a San Giorgio del Sannio (BN).
Proprio sul più famoso social network internazionale, Facebook, moderna agorà dell’antica Grecia e sede di mobilitazione del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia, coordinato dall’ambientalista attivista indipendente Rosanna Carpentieri, è partita la relativa denuncia ambientale.
Le domande sono: a chi dava fastidio la chioma naturale e l’ombra odorosa dei tigli, bene comune dell’intera cittadinanza, testimonianza di ben altro amore per la natura dei nostri antenati che li hanno impiantati? Il sindaco Ricci sapeva che quei tigli rientrano nelle tutele previste per le alberate storiche di particolare interesse paesaggistico e ambientale? Ma, soprattutto: chi si è appropriato abusivamente della legna risultante dalle efferate mutilazioni ? Chi è il “biomassaro” della mattanza in oggetto, plateale esempio di barbarie, violenza e ignoranza ? Forse il nostro sindaco e gli amici dell’Ufficio Tecnico comunale ?
Perchè nessuno si è incatenato ai tronchi impedendone la capitozzatura selvaggia di queste creature maestose e indifese?
Alcune indagini le delegheremo alle autorità, altre continueremo a farle in proprio, con l’invito a portare nel prossimo consiglio comunale di questa masnada di picari ignoranti e incompetenti, forse finanche in malafede,…una bella motosega.Ovvero l’arma del delitto con cui è giusto, ormai, chiedere giustizia !
Intanto chiediamo ai veri amici della natura, ai veri agronomi e ai veri forestali di diffondere in ogni sede questo crimine e di supportarci nella nostra protesta a difesa della vita e della bellezza.
Esistono leggi che tutelano gli alberi monumentali ed una che addirittura impone al comune di censirli .Ma San Giorgio del Sannio non è il paese del verde e della legalità ! Ci riferiamo in particolare alla Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, che all’art. 7 riporta le “disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale”.

Nei sei mesi precedenti l’entrata in vigore della legge, il comune di San Giorgio avrebbe dovuto aver censito gli alberi monumentali del proprio territorio e aver fatto pervenire l’elenco alla Regione, la quale, a sua volta ed entro i sei mesi seguenti, lo avrebbe dovuto inoltrare al Corpo Forestale dello Stato e renderlo pubblico sul sito internet istituzionale.
Niente di ciò è stato fatto dall’amministrazione sangiorgese che invece, nell’imminenza della primavera, quando ormai le gemme fogliari erano pronte a dischiudersi ha pensato di far capitozzare le suggestive alberate di tigli di viale Spinelli e Via dei Sanniti !
E speriamo che in questa ignobile follia barbarica risparmino le sofore !


Ma chi sono questi pseudo agronomi, questi forestali ignoranti che hanno mutilato tutta la chioma dei tigli, causandone l’indebolimento se non la morte prossima? La capitozzatura sono ormai 35 anni che la comunità scientifica (quella vera, non quella dei cialtroni sangiorgesi) la esclude dalle pratiche di corretta potatura di un albero, che non può ridursi ad un palo artificiale o a un antiestetico e malaticcio appendi abiti. Rendo noto che ho informato in data 3.3.2014 il corpo forestale dello stato Sez. di San Giorgio del Sannio, denunciando in particolare la violazione della legge n.10/2013 , l’omesso rilascio del parere obbligatorio e vincolante previsto dalla legge per qualunque modifica significativa della chioma degli alberi, e chiedendo accertamenti su che fine abbia fatto la legna risultante dal massacro.La ditta incaricata pare sia invece di Cucciano ed a tanto si sono prestati pseudo agronomi e forestali per un miserrimo appaltuccio ! Vergogna ! Vi invitiamo a contattare in tanti questo numero di servizio della sez.forestale di San Giorgio (3387807234) registrando il messaggio dettato in segreteria…oppure a farvi mettere in contatto diretto col Comando Provinciale tramite il 1515.Ancora una volta, la locale caserma dei carabinieri è come se non ci fosse e neppure abbiamo visto l’attivazione del referente territoriale del Forum SALVIAMO IL PAESAGGIO, DIFENDIAMO I TERRITORI.
Malgrado più di 35 anni di letteratura che ne spiegano i pericolosi effetti, la capitozzatura rimane una pratica diffusa quanto l’inestirpabile ignoranza dei nostri amministratori.

La struttura naturale delle branche di un albero è un prodigio. Gli alberi hanno una moltitudine di forme e dimensioni finalizzate fondamentalmente ad una ottimale captazione della radiazione solare. Il risultato è l’infinita varietà di architetture che definiscono l’identità di ogni specie arborea e che costituiscono il carattere fondamentale della bellezza di ogni albero.
Un albero capitozzato ha irreversibilmente perso la sua naturale architettura.
Ma non solo.
Un albero capitozzato è vulnerabile e predisposto a rotture e può essere pericoloso. Dal momento che la capitozzatura è riconosciuta come una pratica inaccettabile di potatura, ogni danno causato dalla caduta dei rami può essere riconosciuta come negligenza presso un tribunale.
In virtù di tale scempio dagli esiti forse infausti San Giorgio ha perso l’ultimo residuo di verde pubblico ed una suggestiva galleria ombrosa e odorosa, per cedere il posto al torrido asfalto e all’invivibile traffico.
E’ questa la tutela del verde dell’attuale giunta ?
L’amministrazione Ricci non vede l’inquinamento e i ROVI sui marciapiedi, ma ha pensato male, malissimo, di amputare (forse con conseguenze irreversibili)senza il barlume di una motivazione logica e ragionevole, l’alberata di tigli di via dei Sanniti e del Viale Spinelli; forse, per scroccare biomassa da ardere gratis ?
E’ quanto accerteremo con e senza l’ausilio delle autorità competenti.

P.S.
Abbiamo inviato alla redazione (che ringraziamo) e alle autorità competenti un corposo dossier fotografico .
In parte lo potete visionare sul canale youtube di “carpentum”: http://youtu.be/H6PfnF7KxS0.
Le immagini sono cruente e si sconsiglia la visione ai bambini senza la supervisione di un adulto.
Ho ribadito più volte nel comunicato e lo faccio ancora … che la domanda fondamentale è: dove va a finire la legna?
La Guardia Forestale e la Procura della Procura dovranno accertarlo con immediatezza!
Perchè bisogna spezzare sul nascere il cerchio della speculazione pro bio-masse e quella dell’arricchimento illecito.
Grazie per l’attenzione.
(Rosanna Carpentieri)

Da InfoSannio del 13.12.2014 e da Agorà News On Line del 13.12.3014

San Giorgio del Sannio (BN), Rosanna Carpentieri: “Mattanza di tigli storici e mattanza di…democrazia e partecipazione! Faremo causa per danno biologico al patrimonio verde!”

COMITATO CITTADINI PER LA TRASPARENZA E LA DEMOCRAZIA
COMUNICATO STAMPA

 "Anche se mi avete mutilato e ferito io conosco il cielo...e sono testimone muto, indifeso ma maestoso delle vostre meschinità." Il tiglio

Vorrei segnalare che la Soprintendenza di Bergamo, in collaborazione con il CFS, ha avviato la prima causa milionaria per danno biologico al patrimonio verde (nel caso di specie, privato. Qualora esso sia pubblico e cioè un bene comune di tutti, ciò costituirebbe un'aggravante di non poco conto!)
IL FATTO:
Cinquecento (500) tigli e ippocastani secolari del santuario ottocentesco di Caravaggio, distrutti questo inverno dall’ignoranza di un gruppo di pensionati incaricati delle potature, sono sottoposti ora ad una perizia individuale per la determinazione del danno biologico subito.
Gli esemplari, dell’età di 90-120 anni e dell’altezza di 20-25 m, sono ora ridotti a monconi alti 5-6m.
A prima vista il danno biologico varia da 2500 a 3500 euro/albero per un totale complessivo di circa 1,5 milioni di euro…non si sa a carico di chi:
a carico del Santuario per negligenza nella custodia di verde sotto vincolo monumentale,
a carico dei sei pensionati per lesioni dolose e colpose,
a carico del Comune per inosservanza nei doveri di vigilanza.
I 6 pensionati, dopo qualche giorno di bestemmie in dialetto bergamasco, sono ora in ritiro spirituale nel santuario e bevono acqua santa dalla mattina alla sera.

LA MATTANZA DI TIGLI STORICI A SAN GIORGIO DEL SANNIO
E' rimasta finora impunita, circondata da una coltre di punti interrogativi cui l'Ente si sottrae dal rispondere, e, - cosa più grave e aberrante - ha avuto dei risvolti giudiziari in danno di chi ha sporto formale denuncia di quanto commesso dall'amministrazione.

MA NOI NON DEMORDEREMO !

IL DANNO BIOLOGICO AI TIGLI SECOLARI DI VIA DEI SANNITI E DI VIALE SPINELLI E' APPUNTO QUANTO IL COMITATO CITTADINI PER LA TRASPARENZA E LA DEMOCRAZIA RICHIEDERA' AL SINDACO RICCI E AL COMUNE DI SAN GIORGIO DEL SANNIO !
E non finisce qui.
Perchè l'ente comunale dopo la mattanza dei tigli voluti da Napoleone Bonaparte e non segnalati e protetti dall'Ente come storici e monumentali (legge n.10/2013) ha pensato, ancora una volta malissimo, di ABBATTERE addirittura gli alberi del Palazzetto dello Sport! 
E intanto la Procura beneventana indaga su chi denuncia! 

Ma non è legittimo chiedersi quali siano le motivazioni che hanno spinto a tale scempio con costi diretti a carico della comunità e che fine abbia fatto la legna? Chi se ne è appropriato? O a chi è stata assegnata e in base a quali criteri?

Una cosa è certa: le lamentele "querulanti" del sindaco che fa un abuso strumentale della denuncia per diffamazione (TUTTA DA DIMOSTRARE!)  per imbavagliare il dissenso e le più che legittime critiche alle scelte perverse dell'amministrazione (così come l'indignazione e i mugugni dei cittadini...) non servono. 
Esiste una procedura tecnica per la determinazione del DANNO BIOLOGICO. E la si applica negli incidenti come PURE nelle LESIONI VOLONTARIE su uomo, ANIMALI E ALBERI ! 

Non a caso, come comitato civico,nella scorsa tarda primavera e cioè nell'immediatezza dei fatti criminosi, abbiamo fatto denuncia anche a mezzo stampa (dato l'interesse e la rilevanza PUBBLICA) al Corpo Forestale dello Stato e direttamente alla Procura (inviando alle autorità competenti un corposo e orripilante dossier fotografico). 
Purtroppo, nella nostra ristretta realtà provincialotta e limitante, la Forestale non ha espletato -per quanto ci risulta - le indagini richieste non ravvisando nessuna violazione di legge (sic!), mentre la Procura di Benevento, attraverso l'opera diretta dell'esimio procuratore capo dott. Giuseppe Maddalena, non ha trovato nulla di meglio da fare che  sottoporre la denunciante (la coordinatrice del comitato, denunciante e scrivente in nome e per conto di tale associazione spontanea di cittadini) a ben 9 mesi di indagine per aver leso la reputazione del sindaco Ricci.... (SIC!).

Incredibile, ma VERO!

In conclusione, vorrei riportare quanto risponderebbe al sindaco Ricci, senza troppi peli sulla lingua, Ermanno Casasco, professionista di fama internazionale e autore del libro Giardiniere errante: 
«A New York nevica più che a Milano, ma agli alberi di Central Park o al Village vengono portati via solo i rami più bassi o che sporgono troppo». 
Mai sottovalutare le potature, ricorda poi: «Un mio maestro diceva sempre che da lì si capisce se l’amministrazione di una città è corrotta o no…».

Rosanna Carpentieri
per il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia di San Giorgio del Sannio (BN)

P.S. Video

Con osservanza.                                                      Rosanna Carpentieri
                                                                                    via Cesine 36
                                                                                    82018 San Giorgio del 
                                                                                                Sannio (BN)

ALLEGATI:



domenica 6 marzo 2016

Il Comune autorizza Barletta a costruire nuovo capannone sull'area del maxi incendio del 2009 strettamente contigua a zona residenziale



IL MAXI INCENDIO DEL CAPANNONE BARLETTA DEL 2009 E LE SUE NEFASTE CONSEGUENZE NON BASTANO A FARE RAVVEDERE IL RESPONSABILE APICALE DELL'U.T.C. DI SAN GIORGIO DEL SANNIO E L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE.
RILASCIATO PERMESSO A COSTRUIRE AI BARLETTA PER NUOVO CAPANNONE SUL SITO INCENDIATO CONTIGUO A ZONA RESIDENZIALE SATURA (B1 SATURA)!!! PER SCELTE URBANISTICHE SCELLERATE.

In data 03/03/2016 Mario Fusco (dirigente e responsabile apicale dell'Ufficio Tecnico) e il Comune di San Giorgio del Sannio (BN) hanno deciso la destinazione urbanistica dell'area incendiata accontentando l'imprenditore Barletta condannato in primo grado proprio a seguito dell'incendio del capannone nel 2009.
La cittadinanza non ha fatto in tempo a leggere la notizia della condanna che arriva un'altra pesante quanto un macigno: sarebbe questa la destinazione urbanistica che il Comune intende dare all'area incendiata ed inquinata ?
Con ciò il Comune disattende vistosamente le necessità di sicurezza, di misure a tutela della salute , dell'ambiente e della pubblica e privata incolumità, nonché l'esigenza di destinare il lotto incendiato ad area verde (magari una villa privata con attività di ristoro e ricreazione aperta al pubblico) così come più volte richiesto pubblicamente, a mezzo stampa dal comitato civico sangiorgese “Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia”.
Fusco ieri (http://www.halleyweb.com/c062058/mc/mc_gridev_dettaglio.php?x=4312284abdc9f9c0d4d45fa9f363ac7c&id_pubbl=8821&interno=0#) ha rilasciato alla famosa e/o famigerata Luigi Barletta s.n.c. il permesso a costruire n.3/2016 per un nuovo capannone sul sito incendiato, prescrivendo una distanza minima dalle proprietà confinanti di appena cinque metri, facendo finta di ignorare che, per scelte urbanistiche scellerate dello stesso Ente, la zona D3 è strettamente contigua ad una zona B1 satura cioè una Zona Residenziale Satura, regolarmente abitata e vissuta dale famiglie residenti da tempo immemore, comunque antecedente l'approvazione del p.i.p. e del successivo P.U.C.(...salvo far scomparire sulla rappresentazione grafica della lottizzazione p.i.p. proprio alcune abitazioni presenti e fare apparire inedificati altri lotti...invece già edificati !).
La distanza irrisoria prescritta dal Fusco fa finta di ignorare quanto accaduto nel 2009(il maxi incendio del 2009 del capannone Barletta, l'invasione dalle fiamme altissime della strada unica via di ingresso e di scampo della famiglia Carpentieri Ilario), le problematiche di sicurezza ed incolumità avutesi in passato ed ignora finanche la presenza di una stradina vicinale o interpoderale che dir si voglia, che il Comune si è rifiutato di classificare e regolamentare come vicinale ad uso pubblico (“non vi è interesse” , così -sic!- il sindaco p.t. Nardone a mezzo stampa!) per la quale col permesso di costruire con leggerezza e superficialità estreme rilasciato, si violano le maggiori distanze previste dal Codice della Strada da applicare per espressa volontà legislativa a tutte le strade.
Infine c'è da chiedersi: quale impresa si insedierà nel capannone e per svolgere che tipo di attività  ?
Una grande e fortemente impattante e incompatibile attività di cash & curry o commercio magari all'ingrosso con connesso transito di autoarticolati e Tir com'è avvenuto nel passato recente con le conseguenze di pericolosità ed invivibilità che ben conosciamo o una piccola attività commerciale con mezzi adeguati allo stato dei luoghi e alle dimensioni stesse della stradina privata?
Non v'è dubbio che per la prima occorre una V.I.A. cioè una preventiva Valutazione di Impatto Ambientale !
Ma, date le infinite inadempienze dell'Ente molto spesso ostico a sanzionare il privato Barletta (vedasi omesso ordine di demolizione del manufatto abusivo di altro capannone fatto passare per una pensilina (sic!) , per cui il comitato civico sangiorgese ha sporto regolare denuncia, poi archiviata inaspettatamente dal P.M. Antonio Clemente…) ed ostico a mettere in atto la puntuale ed imparziale osservanza della legge (nessun ordine di demolizione ha emesso Fusco per l'abusivo e non conforme manufatto !, a differenza di quanto praticano amministrazioni di altri enti comunali della provincia) , non tranquillizza affatto leggere nel Permesso di Costruire che il capannone sarà destinato a “DEPOSITO”.
Chiediamo: è un altro modo per dire che ci sarà in ingresso e in uscita dal sito una continua movimentazione merci?
E con quali VEICOLI? Cosa cambia rispetto al recente passato? Nulla !
Ma soprattutto, dove avverrà il transito veicolare?

Come si fa ad autorizzare de plano ed in assenza dei necessari presupposti la costruzione di un altro capannone senza aver prima realizzato la strada industriale a servizio del lotto D3 prevista dal PUC ma ancora inesistente malgrado Fusco con palese e reiterato falso in atti pubblici ed impunemente sinora, sostenga il contrario (vedasi: https://www.scribd.com/doc/230539322/Sig-Fusco-dov-e-la-strada-a-servizio-PIP-a-Cesine-di-San-Giorgio-del-Sannio) ?

Ancora.  Come si fa ad autorizzare la costruzione di un altro capannone senza aver prima verificato la messa in atto della preventiva bonifica del sito incendiato da parte del responsabile dell'inquinamento Barletta, così come prescritto dall'ARPAC ?

Attendiamo con ferma determinazione risposte da parte dell'amministrazione, da parte dell'ARPAC (che non può più -allo stato- avanzare presunti segreti istruttori...quali?) e contestuale interesse ed approfondimenti da parte della stampa locale e nazionale.

Ma, in primis, vistane la palese illegittimità ed incongruità nonchè l'assenza dei presupposti minimi infratrutturali, chiediamo all'Ente comunale la revoca in via di autotutela del permesso di costruire n.3/20016.
Casa e baraccopoli abusiva












Nella foto sotto, altra baraccopoli dei Barletta estremamente internata dal fronte stradale ed ubicata proprio nella zona residenziale, priva di viabilità e lontana dalla strada Cesine. Sulla destra, notasi Capannone abusivo fatto passare in atti pubblici e catastali per ...pensilina, con il favoreggiamento compiacente e colluso dell'Ufficio Tecnico di San Giorgio del Sannio.
SI LEGGA ANCHE:

IL COMUNE QUALE DESTINAZIONE INTENDE DARE ALL'AREA INCENDIATA DEL CLAN FAMILISTICO BARLETTA ?


Da Agorà News On Line:

Incendio capannone Barletta del 23 maggio 2009 : ancora si attende giustizia tra mille inconcepibili sviamenti processuali

Da Agorà News On Line:

INFORMAZIONE SULLA INFORMAZIONE:
A parte Info Sannio, la stampa locale tace !

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia

La coordinatrice e portavoce 

Rosanna Carpentieri


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