PARLAMENTARI O DIPENDENTI DI UNA SPA? E’ CONFLITTO D’INTERESSI?
Beppe Grillo, dopo le elezioni 2013, si è limitato ad autocelebrare il successo del Movimento 5 Stelle e ad attaccare gli avversari politici. L’attacco all’art. 67, assomiglia a quelli contro la magistratura e contro le intercettazioni di Silvio Berlusconi.
In un momento delicato per l’Italia, Beppe Grillo, invece di dare la priorità ai problemi dell’Italia, si è messo a parlare dell’articolo 67 della Costituzione, come se fosse la principale fonte di preoccupazione degli italiani.
Al contrario, cambiare l’articolo 67 sembrerebbe essere utile soprattutto a Beppe Grillo e a Casaleggio Associati Spa.
- Il codice etico lega i parlamentari del Movimento 5 Stelle mani e piedi: chi lo infrange è fuori dal gruppo parlamentare M5S http://www.beppegrillo.it/movimento/codice_comportamento_parlamentare.php
- Non c’è nulla di incostituzionale, non si tratta di vincolo di mandato: il parlamentare del Movimento 5 Stelle che dovesse meritarsi l’espulsione a causa del suo comportamento “eretico”, non perderebbe comunque il suo seggio, potendo confluire nel gruppo misto o in altro gruppo parlamentare.
- Ma in uno scenario in cui il Movimento 5 Stelle diventa unica forza politica di governo (l’intento dichiarato da Grillo è questo), con legge su limite mandati approvata (per ora a due mandati, in futuro uno soltanto?), disobbedire sarebbe equivalente a morte politica.
- Importante: il limite dei mandati non tocca Beppe Grillo e Casaleggio Associati Spa, che restano fuori dal Parlamento e quindi immuni da limiti temporali. E’ per questo che non vogliono sedere in Parlamento?
- L’Italia, per proprietà transitiva, potrebbe diventare governata da una Spa. I parlamentari del Movimento 5 Stelle sarebbero solo pigiabottoni intercambiabili assunti a progetto e facilmente licenziabili (nel caso di “tradimento”, persino denigrati in ogni modo, come accaduto a Favia): a dirigere l’orchestra sarebbero dei privati fuori dal Parlamento (senza limiti). Viene da sé che dei parlamentari totalmente inesperti in fatto di amministrazione politica, sono più facilmente controllabili: andare in Parlamento senza essere mai stato almeno in un consiglio comunale, è come passare direttamente dall’asilo all’università. Avere un CV pieno di lauree non basta: l’esperienza pratica è insostituibile.
- Il limite dei mandati impedisce inoltre a qualsiasi esponente del Movimento 5 Stelle di diventare troppo “importante” e “fastidioso”: Beppe Grillo e Casaleggio Associati Spa restano le uniche primedonne e si mettono al sicuro dal crearsi di nuovi “capetti” all’interno del Movimento 5 Stelle. Attivisti, parlamentari, consiglieri, sindaci pentastellati devono mettere da parte il loro ego e servire la causa. Gli unici con il diritto all’ego, sembrerebbero Grillo e Casaleggio. (Questo è un post scriptum: durante l’odierna presentazione dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, uno dei parlamentari ha proprio detto:”Dobbiamo riuscire a demolire il nostro ego” ndr).
Una situazione del genere presenterebbe il profilo di un conflitto d’interessi di proporzioni bibliche: è come se i parlamentari del Movimento 5 Stelle fossero dipendenti di Beppe Grillo e di Casaleggio Associati Spa, a cui debbono obbedienza. Altrimenti sono fuori. E’ chiaro che l’interesse dell’Italia e degli italiani non può collimare con quello di una Spa: da qui il conflitto d’interessi.
Naturalmente tutto questo ragionamento cade se Beppe Grillo rinuncia al possesso del brand Movimento 5 Stelle, se toglie l’indirizzo del suo blog dal brand, se viene attuata la piattaforma di democrazia diretta online, se il Movimento 5 Stelle diventa a tutti gli effetti democrazia dal basso, di proprietà dei cittadini, senza soci di maggioranza. Se, insomma, viene attuato il motto pentastellato “Ognuno vale uno”.
I RETROSCENA DI CASALEGGIO, FRA TELECOM, OLIVETTI E WEBEGG:”GRILLO, CASALEGGIO E COLANINNO, IL MOVIMENTO 5 STELLE È LIBERO O CONTROLLATO?”
IL PERICOLO E’ LONTANO?
L’articolo 67 è un baluardo contro l’instaurarsi di un regime autoritario. Beppe Grillo, modificandolo, potrebbe avere il diritto di cacciare a calci da Senato e Camera chi non obbedisce alla linea del Movimento 5 Stelle… e persino di perseguirli penalmente.
La circonvenzione di elettore è così praticata da essere diventata scontata, legittima, la norma. Non dà più scandalo. Viene concesso al parlamentare libertà preventiva di menzogna, può mentire al suo elettore, al suo datore di lavoro, senza alcuna conseguenza invece di essere perseguito penalmente e cacciato a calci dalla Camera e dal Senato.
Beppe Grillo non si accontenta di poter cacciare i “traditori” dai gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle, come prevede il codice etico pentastellato: Grillo sembra volere anche la possibilità di estrometterli dal Parlamento, modificando opportunamente l’art. 67.
Naturalmente cambiare la Costituzione è molto difficile. Alcuni costtuzionalisti dell’AIC (Associazione Italiana Costituzionalisti) che ho contattato, hanno definito come remotissima l’ipotesi che Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle riescano a modificare l’art. 67. Ma, mi sia consentito osservare, in molti consideravano remotissima anche l’ipotesi di vedere ben 163 parlamentari pentastellati, fra Camera e Senato.
SOLTANTO UN AVVERTIMENTO?
Coincidenza: l’attacco all’art. 67 è giunto proprio nel giorno del meeting romano dei 163 parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Forse qualcuno di loro è già stato ammaliato dallo “scouting” del Pd? Forse Beppe Grillo ha soltanto voluto mettere le mani avanti, per poter urlare meglio al tradimento, se e quando uno dei suoi parlamentari dovesse uscire fuori dal seminato? Forse. Fatto sta che Beppe Grillo, nel suo blog, ha già da tempo coltivato l’idea che la Costituzione sia da cambiare (annunciando persino un Vday per la Costituzione).
La Costituzione non è perfetta ed è modificabile, è vero: ma non in modo tale da consentire a una Spa di poter licenziare e perseguire penalmente i propri dipendenti in Parlamento.
P.S.
Qualcuno di voi osserverà che l’articolo 67 ha permesso a diversi parlamentari dei cambi di casacca per interessi prettamente personali. Questo è vero: ma la Costituzione ha come obiettivo prioritario quello di impedire l’instaurarsi di nuovi regimi autoritari. Se molti parlamentari si approfittano dell’art. 67 per fare i propri comodi, è pur vero che l’art. 67 ci mette al riparo da un pericolo maggiore: quello di gruppi parlamentari diretti dalla volontà di un’unica persona, che tiene tutti i suoi parlamentari sotto scacco con la minaccia di ritorsioni e punisce i disobbedienti revocando arbitrariamente un mandato concesso dagli elettori.
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