sabato 5 marzo 2016

Non estorsione ma truffa assicurativa dietro incendio ex Mercatone di Catanzaro

C’è un tentativo di truffa all’assicurazione dietro il doppio incendio di un capannone. Per questo, su incarico della Procura della Repubblica, la squadra mobile di Catanzaro ha notificato altrettanti avvisi di conclusione indagini a carico di tre imprenditori del settore arredamento che stavano aprendo un punto vendita nel capoluogo. Dietro la parvenza di una intimidazione criminale a scopo estorsivo gli inquirenti ritengono di avere scoperto ben altro.  Repertando il materiale scampato all’incendio sono state rinvenute scatole di diavolina e persino uno scontrino fiscale. La questura è quindi risalita al punto vendita ed all’orario di acquisto e tramite le telecamere di sorveglianza sono stati individuati i soggetti che materialmente avevano pagato i prodotti poi utilizzati per il losco progetto. Si tratta di Alfonso Talarico, 38 anni; Graziano Russo di  50 e di Antonio Celia di 40 anni, contitolari di un’azienda già attiva con un punto vendita a Botricello. Le fiamme, divampate una prima volta tra il 10 e l’11 maggio, furono tanto poderose che secondo i tecnici avrebbero messo in pericolo l’intera struttura. Ma una volante in perlustrazione, notando il fumo, allertava tempestivamente i vigili, il cui intervento immediato scongiurava guai peggiori anche alle altre attività del centro commerciale. Spente le fiamme gli investigatori rinvenivano, oltre alla diavolina, anche taniche e bottiglie di liquido infiammabile, segno inequivocabile della volontà di mettere a fuoco la sala-mostra ancora in fase di allestimento. Un secondo analogo episodio incendiario si verificava tre settimane dopoi, il 7 giugno, peggiorando lo stato delle cose.
Al momento dei fatti, i locali che ospitavano il salone non erano ancora muniti di impianto video ne di allarme ma la merce era coperta da una sostanziosa assicurazione. Tutti elementi che sommati alla prova delle immagini-video, hanno fatto convergere verso l’ipotesi di truffa assicurativa, lontana dalle consuete logiche aggressive ed intimidatorie della criminalità ma non per questo meno amara e spiacevole.  


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