venerdì 25 marzo 2016

Frode xylella. La Corte dichiara che avrebbe dovuto opporsi l'Italia alle decisioni dell'Unione Europea !

XYLELLA: A QUESTO PUNTO INOCULATECELA ANCORA! GRAZIE!
Da quando ci sarebbe questa infezione da Xylella che non contamina la qualità dell' olio d' Oliva, come ci dicono, i nostri Olivi basso salentini infetti- perché han dichiarato infetto tutto il Salento meridionale- proprio nell' annata di dichiarato picco di questa infezione(?), hanno iperprodotto olive e olio come forse non si ricordava più a memoria d' uomo! 
Mare di olio, grandinate di olive nei campi! E alberi rimasti verdi e produttivi !
ERGO LA NATURA LI HA SBUGIARDATI!
LA MAGISTRATURA E IL POPOLO LI HANNO FERMATI!
NON SON RIUSCITI AD AVVELENARE E DISTRUGGERE TUTTO PERCHE' NON CI ACCORGESSIMO NELLA DA LORO INDOTTA PAURA DELLE LORO TRAME!
E' il tempo di sfoderare l' "arma" dell' ironia!
Sommergiamoli di vignette ironiche, ridiamoli in faccia, organizziamo manifestazioni ironiche pacifiste eclatanti sotto i riflettori, e "defenestriamoli" a simpatici calci nel sedere dai nostri palazzi e uffici pubblici!
E SOPRATTUTTO PIANTIAMO TUTTI CIO' CHE HANNO VIETATO DI RIPROPAGARE E PIANTARE!
Io pianterò questa settimana una "Lavanda" (della specie mediterranea Lavandula angustifolia), che hanno vietato (sic!), anche in segno di lavaggio del Salento da questa sporca, brutta, meschina frode agronomica, che va sotto il nome oggi  di "Maxi Frode della Xylella"!

Xylella, Tribunale europeo rigetta ricorso aziende bio: “Toccava all’Italia opporsi a sradicamento”

Rimpallate da un tribunale all’altro, le 29 aziende bio della provincia di Lecce e di Brindisi non trovano un giudice “competente in via diretta”. Il loro ricorso, l’unico presentato dinanzi al Tribunale europeo, è stato dichiarato irricevibile perché, scrivono i giudici, lo Stato italiano avrebbe potuto impugnare, cioè opporsi, alla decisione della Ue che impone lo sradicamento degli ulivi, anche millenari, e non l’ha fatto.
Viene smascherato così il gioco a nascondino che da tre anni Regione Puglia e Governo italiano, ovvero il ministero delle Politiche agricole, stanno portando avanti: nessuna obbligatorietà a recepire le decisioni della Ue. Si possono impugnare, motivandone le ragioni.
Ovviamente questo era già noto, ma ora è il Tribunale europeo ad affermarlo.
Però, fanno notare le aziende bio riunite nel Comitato “Sos Salviamo ora il Salento”, difese dagli avvocati Luigi Paccione e Valentina Stamerra, “nel tempo della crisi della democrazia all’interno delle istituzioni europee, il caso Xylella segnala quanto la giustizia si sia rarefatta al punto che il diritto alla sopravvivenza di 29 aziende del biologico sembra rimanere senza un giudice competente in via diretta”.
Ora però che neanche il Tribunale europeo s’è pronunciato, dichiarando irricevibile il ricorso in quanto, dice il comitato SOS, “a suo avviso solo lo Stato italiano avrebbe potuto impugnare la decisione della Commissione UE”, sorge legittimo l’interrogativo: come avrebbe potuto lo Stato italiano impugnare la decisione UE quando esso stesso aveva già precedentemente decretato la distruzione di un intero paesaggio attraverso lo sterminio degli ulivi e la somministrazione massiccia di erbicidi e insetticidi tassativamente vietati in agricoltura biologica?
“Ci sentiamo stretti in una tenaglia che sembra non offrire garanzie adeguate di tutela giurisdizionale – afferma Daniela Comendulli, portavoce del comitato SOS. Ad aggravare questo senso di impotenza v’è l’ingiustificabile ritardo dello Stato italiano che, pur condannato dal Tar Lazio a concedere alle nostre aziende l’accesso ai documenti amministrativi relativi alla importazione del batterio nel 2010 in Puglia per motivi di studio dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, tarda tutt’oggi a consegnarli per ragioni a noi ignote.
Il tutto accade dopo che il parziale accesso agli atti relativi a quell’importazione segnala incomprensibili contraddizioni tra la data di partenza del batterio dall’Olanda e quella, assurdamente precedente, di arrivo e di apertura del plico in Italia.
Siamo dunque al paradosso che le istituzioni comunitarie e nazionali possano impunemente omettere di vigilare sull’ingresso dei batteri patogeni nei loro territori e al contempo farsi artefici della devastazione del paesaggio e dell’estinzione di un intero comparto d’eccellenza come l’agricoltura biologica pugliese.
Pur trovandosi coinvolte in un simile labirinto, le aziende biologiche e le 18 associazioni di volontariato che hanno esperito per prime i ricorsi in Italia non intendono rassegnarsi e continueranno la loro battaglia legale per la tutela dei beni comuni quali la salute e il paesaggio da consegnare alle future generazioni”.
LA XYLELLA, LA RESURREZIONE DEI MORTI E L'APOCALISSE
Se qualcuno pensava che il "club di Bari" - ordinari e non ordinari con i loro collegamenti ad ampio spettro - fosse stato stanato o umiliato dalle inchieste penali, sicuramente stava sbagliando. L'odore dei soldi (POR, Ricerca, analisi, monitoraggi, ma anche commercio e sofisticazione, ecc) è molto forte, e la fame pure, e allora bisogna fare di tutto per rimettersi in piedi e contrattaccare, per riprendere le briglie del calesse. E qual è la strada? Ritornare a seminare terrore! La Xylella "mostro" mediatico, prima ancora che biologico (non è ancora dimostrata la sua patogenicità!), viene rimesso in gioco, e le pagine e i titoli sono già pronti. Il trucco è lo stesso ed ha caratteristiche mistico-scientiste: affermare l'imminente catastrofe, l'apocalisse appunto; sdoganare gli sbrancamenti prima e gli sradicamenti poi anche se non si capisce per fare cosa e per ottenere cosa (non si può restare immobili...); distruggere il patrimonio olivicolo attuale, ma solo quello del Salento, perché quello della terra di Bari è "sano" e la xylella non ci entrerà mai; chimica a go go, ma solo nel Salento, tanto un tumore in più o un tumore in meno, che fa...; reimpianti di leccino e agricoltura intensiva. Prendersi tutto, insomma, in un modo o nell'altro! Strappare a 4 soldi anche la proprietà delle terre. E allora è necessaria una risposta politica, massiccia. E questa risposta, "Godini & Soffrini", arriverà molto presto. Non c'è solo la Procura. C'è anche il Popolo. Se necessario ci sono anche le "monetine". E noi siamo in democrazia... non in una tecnocrazia-oligarchica sponsorizzata dalla finanza e dall'agromafia.

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