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Mandàla (sanscrito maṇḍala (मण्डल), è un tèrmine di origine sánscrito, che significa letteralmente: «essenza» (maṇḍa) + «possedere» o «contenere» ; tradotto anche come «cerchio-circonferenza» o «ciclo».
Sono rappresentazioni schematiche e simboliche del macrocsmo e del microcosmo.
Strutturalmente, lo spazio sacro (il centro dell'universo) è generalmente rappresentato come un cerchio iscritto dentro una forma quadrangolare.
D'altra parte la maggioranza delle culture pone configurazioni mandaliche frequentemente con intenti spirituali: la mandorla dell'arte cristiana medievale, certi labirinti nel pavimento della chiesa gotica, i roseti di vetro nella stessa chiesa, i diagrammi del popolo indio, etc.
E' molto probabile che questa universalità delle figure mandaliche si debba al fatto che le forme concentriche suggeriscono una idea di perfezione (di equidistanza rispetto ad un centro) e che il perimetro del cerchio evoca l'eterno ritorno dei cicli della natura, proprio come nella tradizione ellenistica lo proponeva, per esempio, l'uroboro.
A sua volta, nei rituali magici, è frequente la separazione di uno spazio sacro rispetto a uno profano; per questo si ricorre ai cerchi magici :lo spazio sacro è quello iscritto in tale cerchio .
Per Jung il centro del mandala evoca il se stesso, ciò che il soggetto intende trovare e perfezionare nel processo di individuazione.
Il simbolo del mandala, quindi, non è solo solco intorno al centro, un recinto sacro della personalità più intima, un cerchio protettivo che evita la "dispersione" e tiene lontane le preoccupazioni provocate dall’esterno.
Ma c’è di più: oltre ad operare al fine di restaurare un ordinamento precedentemente in vigore, un mandala persegue anche la finalità creativa di dare espressione e forma a qualche cosa che tuttora non esiste, a qualcosa di nuovo e di unico.
Oltre ad essere disegnati i mandala vengono anche "vissuti": in India esiste la danza del mandala, tra gli indiani Navaho la persona da curare viene collocata al centro del cerchio disegnato sul terreno mentre in occidente l’idea del centro e del cerchio protettivo si ritrova in numerose danze popolari oltre che nel girotondo dei bambini.
Il Mandala è l'archetipo dell'ordine interiore ed esprime il fatto che esiste un centro ordinatore e una periferia che cerca di abbracciare il tutto. E' il simbolo della totalità.
Anche la natura attorno a noi spesso si presenta sotto forme mandaliche: nella frutta, nelle pietre, nei fiori, tra gli alberi, su nel cielo e...nelle piante del deserto, le succulente o cactacee....
I Mandala rappresentano il simbolismo magico dell’Universo, nella costruzione entro “il cerchio eterno” della ruota della vita. Diffuso nella maggior parte delle religioni, riconducono l’uomo al Creatore, al Divino: Greci, Egizi, Navaho e i monaci buddisti tibetani hanno costruito Mandala, che rappresentano l’illusione della vita terrena e, in alcuni casi, la filosofia karmica. Anche il cristianesimo ha contribuito ad inserire magnifici Mandala nelle finestre di vetro e nei rosoni delle chiese e cattedrali (la più famosa è il Rosone Nord della cattedrale di Chartres in Francia). Con splendidi mosaici sono decorate anche le moschee mussulmane. Il Mandala, quale conoscenza dell’uomo nella sua universalità, è apparso continuamente nelle sue costruzioni, rituali e forme d’arte. La reintroduzione del concetto di Mandala nel contesto culturale dei popoIi Occidentali, riscoperta attraverso Carl G. Jung, lo individuò come simbolo fondamentale della tradizione alchemica dell’Occidente, ponendolo come forma d’arte integrativa con valore terapeutico, nel processo di individuazione dei suoi pazienti. I Mandala sono antiche immagini magiche, simboliche, strumenti visivi meravigliosi per la meditazione, portano prosperità e buon auspicio e sono essenzialmente veicoli per la concentrazione della mente, che ha così la possibilità di liberarsi dalle sue catene abituali. Il suo alto valore terapeutico consiste proprio nel proiettare i propri complessi mentali nel reticolo cosmico del Mandala, esorcizzando così la propria mente che si libera di tutte le sue ossessioni. L’intento è di portare l’uomo all’AUTO-ORIENTAMENTO. Una volta percepito l’impulso verso l’interezza, l’uomo l’applica a tutto quello che fa, dando una motivazione ai suoi pensieri, e permeando tutte le sue attività.
L’universalità del Mandala, a partire dalla terra che è un mandala vivente, si rispecchia una struttura di unicità : il principio del centro. Il centro sta a simbolo della potenzialità eterna, nel centro giace l’eternità, inesauribile sorgente dalla quale tutti i semi hanno origine. Un mandala consiste in una serie di forme concentriche, evocative d’un passaggio tra diverse dimensioni, il microcosmo ed il macrocosmo, rappresentandone la soglia. Il centro del mandala non è solo la costante dello spazio, ma anche quella del tempo: il centro del tempo è ora. Rappresenta il culmine della consapevolezza. Le tre proprietà di base del mandala sono un centro, la simmetria ed i punti cardinali; il primo principio è costante, gli altri due variabili a seconda del mandala.
L’universalità del Mandala, a partire dalla terra che è un mandala vivente, si rispecchia una struttura di unicità : il principio del centro. Il centro sta a simbolo della potenzialità eterna, nel centro giace l’eternità, inesauribile sorgente dalla quale tutti i semi hanno origine. Un mandala consiste in una serie di forme concentriche, evocative d’un passaggio tra diverse dimensioni, il microcosmo ed il macrocosmo, rappresentandone la soglia. Il centro del mandala non è solo la costante dello spazio, ma anche quella del tempo: il centro del tempo è ora. Rappresenta il culmine della consapevolezza. Le tre proprietà di base del mandala sono un centro, la simmetria ed i punti cardinali; il primo principio è costante, gli altri due variabili a seconda del mandala.
Sebbene il principio del Centro sia Uno, il turbinio delle forme e dei colori è infinito , e la determinazione delle polarità, cioè la nostra conoscenza del contrasto (vita morte. Uomo donna, felicità dolore, ecc.), è necessaria, a ricondurre l’uomo ad un senso di armonizzazione delle forme, delle fasi-specchio della trasformazione e della sua crescita . Centrare, guarire, crescere, definiscono i ritmi del processo mandalico. Integrare e comprendere la totalità di qualsiasi situazione, fa parte del processo di crescita di tutti gli esseri umani. La connessione di tutte le parti nel mandala, come si rivela in natura con tanta facilità, aiuta l’uomo nella sua trasformazione e capacità d’integrazione, accompagnandolo nella comprensione di tutte le piccole interconnessioni invisibili. Il mandala è comunque un processo visivo e cromatico: ecco i sei colori primari complementari dello spettro : viola-giallo, rosso-verde, arancione-blu; vengono percepiti in modo soggettivo da ciascun individuo, e rappresentano un fenomeno sia interiore che esteriore. Gli Indiani d’America associano i colori alle quattro direzioni, come le culture indigene ed orientali.
Ecco che allora il mandala si sovrappone al caleidoscopio (dal greco kalòs bella eidos immagine scopèo osservo).
L’altro livello simbolico del Mandala è altrettanto importante che quello cromatico: i simboli sono indice di diversi livelli di conoscenza e sono molto più profondi nelle loro verità rispetto alla loro superficie visiva. Come cita Mircea Eliade “.......l’uomo che comprende un simbolo non soltanto apre sé stesso al mondo oggettivo, ma allo stesso tempo riesce ad emergere dalla sua situazione personale e a raggiungere una comprensione universale........Grazie al simbolo, l’esperienza individuale è risvegliata e trasmutata in un arto spirituale”.
Dalla mia esperienza personale contemplare i Mandala è un’opera senza fine: il Mandala come punto di partenza e il mandala come punto di arrivo, mi rimettono in un continuo ritmo interiore di musicalità, solarità e percezione innata, che non solo centrano e rilassano, ma ti proiettano nel mondo della creatività e dell’intuito, in un “gioco” eterno. La continuità e la lucidità apportate dalla realizzazione di un Mandala, sono germogli che ogni giorno ti aiutano a capire il fiume della vita, facendo tacere il dialogo estenuante delle voci interiori, placando ansia e tensioni quotidiane e riportandonti all’armonia, alla naturalità e al RITMO del cuore, troppo spesso perso nel frastuono generale. La vibrazione del colore è una delle più belle che io abbia sperimentato e invito tutti a provare almeno una volta a riprendere in mano un colore, un pennarello, e un Mandala da colorare, oppure contemplare le meravigliose cactacee.
“ E’ soltanto in condizioni ideali, quando la vita è ancora semplice e abbastanza inconscia da seguire il sentiero serpeggiante dell’istinto senza esitazione o sfiducia, che la funzione di comprensione dell’inconscio opera con pieno successo. Più un uomo è civilizzato...e complicato, meno è capace di seguire i suoi istinti. Le sue complicate condizioni di vita e l’influenza del suo ambiente sono così forti che sovrastano la voce della natura. Opinioni, credenze, teorie e tendenze collettive appaiono in sua vece e si portano dietro tutte le aberrazioni della mente conscia...........”(C.G.Jung).
L’universalità del Mandala, a partire dalla terra che è un mandala vivente, si rispecchia una struttura di unicità : il principio del centro. Il centro sta a simbolo della potenzialità eterna, nel centro giace l’eternità, inesauribile sorgente dalla quale tutti i semi hanno origine. Un mandala consiste in una serie di forme concentriche, evocative d’un passaggio tra diverse dimensioni, il microcosmo ed il macrocosmo, rappresentandone la soglia. Il centro del mandala non è solo la costante dello spazio, ma anche quella del tempo: il centro del tempo è ora. Rappresenta il culmine della consapevolezza. Le tre proprietà di base del mandala sono un centro, la simmetria ed i punti cardinali; il primo principio è costante, gli altri due variabili a seconda del mandala.
Integrare e comprendere la totalità di qualsiasi situazione, fa parte del processo di crescita di tutti gli esseri umani. La connessione di tutte le parti nel mandala, come si rivela in natura con tanta facilità, aiuta l’uomo nella sua trasformazione e capacità d’integrazione, accompagnandolo nella comprensione di tutte le piccole interconnessioni invisibili. Il mandala è comunque un processo visivo e cromatico: ecco i sei colori primari complementari dello spettro : viola-giallo, rosso-verde, arancione-blu; vengono percepiti in modo soggettivo da ciascun individuo, e rappresentano un fenomeno sia interiore che esteriore.
Un simbolo fondamentale spesso raffigurato nei mandala è il fiore di loto. E’ un fiore che cresce in acque fangose, e si eleva sopra di esse, bianco e bellissimo: allo stesso modo la mente del meditante deve sapersi elevare al di sopra del “fango” della realtà materiale per arrivare all’illuminazione. Il bianco del fiore di loto simboleggia appunto la purezza della mente del meditante.
I MANDALA DI SABBIAUna delle cerimonie più affascinanti del buddhismo tibetano è quella della creazione dei mandala di sabbia. Per giorni e giorni i monaci – veri e propri artisti – compongono le figure del mandala utilizzando sabbie finissime, come fossero i colori della tavolozza di un pittore. Quando finalmente hanno concluso il mandala, recitano un mantra e poi distruggono l’opera che hanno creato. Perché lo fanno? Perché il buddhismo insegna che la legge universale delle cose è l’impermanenza: tutto passa, niente è eterno. Perciò anche la distruzione del bellissimo mandala di sabbia – così faticosamente e minuziosamente realizzato – insegna a chi guarda che tutto è impermanente, e che non dobbiamo rimanere attaccati a ciò che realizziamo. Solo comprendendo questo il nostro “ego” può liberarsi e avvicinarsi all’illuminazione.
Insomma, il mandala è la ruota della vita, raffigura l’Universo e come quest’ultimo, sorge dal centro per tendere all’esterno e contemporaneamente ritorna all’interno.

Echinocereus rigidissimus rubispinus
Felice chi, avendo veduto quelle cose,
va sotto la terra;
Egli sa della vita termine ed inizio, entrambi dati da Zeus.
Pindaro - Frammento 137


















































Rosanna Carpentieri
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