<prefettura.napoli@interno.it>, <vicecapodipartimentovicario@pecdlci.interno.it>, <gabdait.prot@pec.interno.it>
Immigrati in Campania, un business da 50 milioni l’anno
Quasi 130mila euro al giorno. 47 milioni di euro l’anno.
Tanto “valgono” i circa 3700 immigrati ospitati nei centri di accoglienza della Campania. Il numero più alto dopo quello registrato in Lombardia (4333) e in Sicilia (5440).
Un giro di affari milionario, su cui convergono gli interessi di associazioni, Onlus e centri alberghieri. E di cui le prime vittime sono gli immigrati stessi.
Già, perché il sistema d’accoglienza che dovrebbe garantire assistenza agli immigrati è kafkiano.
Troppi i soggetti coinvolti. Troppi a dividersi la torta dei trenta, trentacinque euro giornalieri messa a disposizione per ogni immigrato dal Ministero dell’Interno.
La supervisione è gestita dalla Prefettura di Napoli che, tramite apposite gare d’appalto (11 nel solo 2014), affida ad associazioni, Onlus e cooperative l’incarico di provvedere ai migranti richiedenti asilo. Tra di esse alcuni “colossi” del terzo settore, come la New Family Srl di Napoli (un’ATI).
A loro volta, gli enti aggiudicatari si rivolgono a strutture alberghiere per l’alloggio e i pasti, riservandosi la cura di altri servizi previsti dal capitolato d’appalto, come l’assistenza medica, le lezioni d’italiano, la mediazione culturale e l’inserimento sociale. Aspetti spesso trascurati. Perché ciò che davvero conta per le associazioni è la gestione dei cosiddetti “pocket money”, ovvero i 2,50 euro pro-capite giornalieri che, in teoria, servirebbero ai migranti per piccoli extra, compresi medicinali come analgesici e antidolorifici, ma che nella pratica vengono erogati a singhiozzo e in maniera non trasparente.
Da qui l’ira dei migranti che ha portato all’ondata di proteste degli ultimi giorni.
Facciamo ordine. Dei 3700 extracomunitari richiedenti asilo ospitati nelle strutture campane, 1322 sono concentrati nella provincia di Napoli, per lo più sulla fascia costiera - tra Giugliano, Licola, Varcaturo e Pozzuoli.
Soggiornano in alberghi con nomi “vacanzieri”. Liternum, Panorama, Circe.
E proprio come in una vacanza dovrebbero sostare per non più di trentacinque giorni, come prevede la legge, per poi essere espulsi o ricevere il sospirato permesso di soggiorno.
E invece restano lì, in una specie di limbo, costretti a destini incerti e soggiorni prolungati da una burocrazia lentissima.
Gli albergatori fanno il possibile per non far mancare loro niente, ma sembra che alle associazioni e a chi le dovrebbe controllare interessino solo i soldi !
QUESTA SITUAZIONE DEVE IMMEDIATAMENTE CESSARE !
Rosanna Carpentieri
Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
di San Giorgio del Sannio (BN)
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