venerdì 2 gennaio 2015

Irpinia-Sannio alle Regionali: i politici cercano più posti per loro ma devono dire che lo fanno per il popolo... bue

Una seduta del Consiglio Regionale della Campania

Una seduta del Consiglio Regionale della Campania

Da Il Vaglio del 02/01/2015 , direttore Carlo Panella

La "notizia": i capi partito sanniti, allo spirare dell'attività del Consiglio Regionale della Campania (al più tardi si rivoterà per il nuovo a maggio), si sono fatti bene i conti. E hanno scoperto che il già poco spazio per i prossimi consiglieri eletti in provincia di Benevento - due in tutto - potrà ridursi a uno solo. Ciò per l'avvenuta riduzione dei componenti del Consiglio, dai 60 attuali a "soli" 50 membri.

Il meccanismo di attribuzioni dei resti - che si applica ai candidati che coi voti di lista (e le preferenze) non avranno centrato il quorum pieno per entrare in Consiglio - potrebbe favorire le province costiere più popolate (Caserta, Salerno e Napoli). Stessa sorte potrebbe toccare ai candidati nella pure interna provincia di Avellino: sulla carta i posti irpini sono 4 ma, sempre per il citato meccanismo di attribuzione dei resti, potrebbero scendere a 3.

Fattisi i conti solo in extremis (da anni il numero dei componenti del Consiglio è stato ridotto), a qualcuno di questi politici è venuta la brillante soluzione: ridurre le circoscrizioni! Dal 1970 (anno di istituzione delle Regioni a statuto ordinario) esse sono state 5, una per provincia; ora portandole a 4, unificando quella delle aree interne in un'unica Irpinia-Sannio, si scamperebbe il "pericolo-resti" e non solo...

I POLITICI SI SONO FATTI I CONTI: UNIAMOLE E CI GUADAGNIAMO

Si sono fatti i conti, sui dati delle precedenti elezioni regionali, e hanno scoperto che non solo saranno garantiti i sei posti ipotizzati, ma che, ancora per il più volte citato meccanismo di attribuzione dei resti, addirittura potrebbe scattare il settimo seggio (a danno di una delle tre province costiere).

C'è da credergli: se c'è una cosa in cui i politici italiani eccellono è nel far di conto, quando in palio ci sono i propri diretti destini. Così, fiutato l'affare, è stata una corsa! I capi degli apparentemente contrapposti schieramenti, negli ultimi dieci giorni, si sono precipitati a dichiarare ogni bene dell'ipotesi accorpamento, dell'appetitosa modifica circoscrizionale che ha fatto proseliti anche ad Avellino. Parola d'ordine: più potremo essere in Consiglio, meglio sarà.

Questo è il fatto nudo e crudo che però - in questi tempi di crisi economica interminabile, con disoccupazione, povertà ed emigrazione crescenti e di conseguente antipolitica - non viene semplicemente e chiaramente raccontato come abbiamo fatto noi. Non gli fa buona propaganda la tanta fretta che stanno impiegando, i politici, per avvantaggiare se stessi, anche facendo sparire, da mattina a sera, due storiche e distinte rappresentanze provinciali...

LA VERITA' E' BRUTTA ASSAI E PROVANO A CAMUFFARLA
E allora provano a spacciare, sui giornali e le tv (quasi tutti assecondanti), questa propria esclusiva convenienza invece come un vantaggio per noi amministrati ! Noi, cittadini elettori di Irpinia e Sannio, avremo più rappresentanti in Consiglio Regionale e quindi il territorio delle aree interne della Campania avrà più forza contrattuale rispetto alle più popolose province di Caserta, Salerno e Napoli che da sempre fanno la parte del leone.

Un po' di dichiarazioni e prese di posizioni, per dare un'idea: il Nuovo Centro Destra ha presentato, qualche ora fa, la proposta di legge in Consiglio Regionale per l'accorpamento di Avellino e Benevento in un'unica circoscrizione (con sede ad Avellino) e ha ingiunto, con le parole del dirigente nazionale, il ceppalonese Luigi Barone, agli altri gruppi consiliari di accelerare, a Napoli, di sveltire assieme a loro tutte le procedure perché la legge sia approvata in tempo utile: "Pd e Forza Italia passino dalle parole ai fatti". Barone dixit.

TRA UNA CENA E IL POPOLO BUE
Ma gli altri partner sono già tutti d'accordo. Lo ha reso noto Il Mattino rivelando che il presidente uscente della Giunta Regionale Stefano Caldoro (in passato nel Psi ora in Forza Italia) è venuto a cenare a Montesarchio. Al desco imbandito anche il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro (in passato nel Psi ora nel Pd) che ha dato il suo ok. 

Caldoro quindi ha incassato il sì dal capo dei democratici del Sannio, ma solo dopo aver già incamerato quello di Clemente Mastella (in eterno movimento tra partiti e schieramenti, allo stato più o meno afferente a Forza Italia) e di Nunzia De Girolamo (in passato berlusconiana ora nell'Ncd).

Il giornalista del Mattino che ha svelato l'incontro (è imbattibile nel rivelare le cene tra politici con relativi contenuti...), aveva anche anticipato (il 28 dicembre) che l'Ncd avrebbe presentato la proposta di legge, cosa poi puntualmente avvenuta. "Secondo ordinazione", verrebbe da satireggiare, dato il contesto culinario, ma restiamo alla questione, c'è poco da ridere...

Spicca nel coro dei favorevoli all'accorpamento, il sindaco di Benevento Fausto Pepe (in passato mastelliano, ora nel Pd): "Non sono contrario soprattutto se si recupera un posto di consigliere regionale". Qualche dubbio l'ha espresso la consigliera uscente Giulia Abbate (Pd), favorevole invece il mastelliano neo assessore regionale Vittorio Fucci. Per il sì anche il segretario interprovinciale della irpino-sannita Mario Melchionna.

Ovviamente non stiamo qui a riportare la fuffa delle dichiarazioni di contorno (...), le "nobili" motivazioni usate per ammannire l'accorpamento, tipo il riequilibrio nei confronti dell'area metropolitana o della fascia costiera che dipendebbe dall'elezione di uno o anche due consiglieri regionali in più. Costoro immaginano fiduciosi di avere di fronte il popolo bue cui poter dire impunemente che 6 consiglieri regionali irpino-sanniti su 50 sono ben altra cosa rispetto a 4 o 5 eletti con le attuali circoscrizioni. Ci fanno tanto fessi? Sì. 

LA QUESTIONE E' GRAVE MA NON E' SERIA LA TRATTAZIONE
Si badi: considerare l'area vasta zone interne della Campania - quelle del Sannio, dell'Irpinia ma anche in parte della provincia di Salerno - nella sua specificità, ai fini del governo del territorio e dello sviluppo della Campania, è questione seria. Ed è questione antica quella del dualismo tra "l'osso appenninico e la polpa costiera".

Solo che, almeno dal 1970, nei governi regionali non si è operato a sufficienza (o del tutto) per superarlo, secondo un'integrazione armonica, innanzitutto, operando una diversa destinazione delle risorse, troppo residuali per le zone interne. Non lo si è fatto perché tutti i partiti (gli attuali o quelli da cui sono derivati) - che ora brigano per questo vergognoso accorpamento dell'ultimo minuto - hanno fatto prevalere scientemente un'altra visione, napolicentrica perlopiù e comunque con prevalenza degli interessi delle province che esprimevano più voti (Caserta e Salerno). 

Politiche peraltro disastrose che ci hanno restituito una Campania quasi sempre agli ultimi posti per qualità dei servizi e della vita e per condizioni economiche tra le regioni italiane. Insomma, devono cambiare le politiche e le pratiche dei partiti che governano la Regione per andare realmente nella direzione che si dice si vuol perseguire accorpando due circoscrizioni: eleggendo uno o due consiglieri regionali in più, evidentemente, nulla potrà cambiare.

AVELLINESI E BENEVENTANI, TRA RECENTI FARSE E DRAMMI PASSATI
E qui, per brevità, tacciamo su quanto poco inclini a un comune sentire e agire siano - oggi - le classi dirigenti delle province di Avellino e Benevento. Ognuna va per sé (anche se i politici irpini sono meno polli di Renzo di quelli sanniti) e tratta in proprio a Napoli e a Roma.

Lasciamo qui pure da parte i rozzi campanilismi, né rivanghiamo quanto di ridicolo quasi tutti i politici locali mostrarono quando, qualche mese fa, si parlò di un accorpamento tra le due province.

Quel che sappiamo di sicuro, e solo di sfuggita qui comunque ricordiamo, è che da anni nel fenomeno inesorabile di superamento delle istituzioni provinciali (Banca d'Italia, Enel ieri, Camera di Commercio domani) tutto viene chiuso a Benevento e spostato ad Avellino dove tutto permane (a parte il tribunale di Ariano Irpino, ma crediamo non poco a causa della storica, sempre rimarcata, distanza degli arianesi dagli avellinesi).

Per non parlare dell'egemonia schiacciante (a esser buoni) - perché la storia può essere rimossa solo dagli stolti o da quelli in malafede - esercitata dai politici democristiani (quelli che contavano) irpini sui sanniti per un trentennio abbondante (cioè fino a quando ci sono stati i soldi pubblici a miliardi da spendere e gli investimenti industriali da fare). Un'egemonia con scelte conseguenti che hanno influito, e tanto, sull'economia e quindi sulla storia delle due province; con gli scaltri e attrezzati politici irpini capaci finanche di spostare con un tratto di penna, il tracciato dell'autostrada, imponendo l'attuale (aberrante) a quello che, dagli antichi romani in poi, aveva portato da Napoli a Bari, passando logicamente per Benevento e non come avviene ora per Avellino.

Non sappiamo se l'accorpamento delle circoscrizioni faranno a tempo farlo prima delle elezioni regionali. Vedremo. Quel che è certo è che nulla avrà a che fare con le motivazioni con cui cercano di venderlo sui giornali o sulle tv. E' solo un tentativo di strappare, con un artificio elettoralistico, per i politici di queste parti, qualche posto in più in Consiglio. E' solo cosa loro, dunque, per capi partito e candidati di riferimento. Sicuramente inutile per noi amministrati. E chissà, considerati i precedenti, forse pure dannosa per i politici sanniti che come il famoso pifferaio vanno per suonare e rischiano di rimanere suonati...

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