sabato 10 gennaio 2015

Al Sud sta nascendo un sogno: Lo scatto d’orgoglio e na carta sporc’…

Liberta

Da giorni non faccio altro che dedicarmi ad un progetto. Senza sosta, carico di adrenalina come mai. Sto incontrando attivisti, gruppi, ma anche massaie, imprenditori, economisti, scrittori. Sto scoprendo che la mia Regione ha un potenziale che non avrei mai potuto immaginare. Intelligenze a cui non è mai stata data voce o che hanno preferito restare in silenzio in una città dove non conta cosa hai da dire perché, se non sai urlare, nel suo baccano nessuno ti sente.
Ho incontrato intellettuali che non vedevano l’ora che qualcuno li andasse a strattonare con forza dai loro divani per dirgli che la città ha bisogno di loro.
Ho incontrato professionisti in pensione sorpresi e commossi all’idea che qualcuno gli stesse chiedendo di provare a scrivere insieme il futuro della città piuttosto che farsi raccontare cos’era Napoli in passato.
Ho incontrato ragazzi nati con l’attivismo nel sangue a cui però è stato detto fin da piccoli che la politica è brutta e cattiva e che non hanno esempi che gli dimostrino il contrario.
Ho incontrato economisti di professione disposti a mettere in discussione le tesi economiche supportate dall’intero apparato economico di sistema.
Ho incontrato avvocati e giuristi che non riescono ad accettare più che il diritto venga subordinato a delle insensate leggi economiche per gli interessi di pochi.
Ho incontrato professori disposti a raccontare la controstoria del nostro paese e a mettere totalmente in discussione le tesi che hanno contraddistinto il loro insegnamento per anni.
Ho incontrato attivisti come me, voci solitarie lasciate gridare al vento.
Ne ho incontrati tanti, ci ho messo la faccia e sono andato a cercarli fin dentro le loro case. Ho scoperto che non c’è gioia più bella qualcuno possa dare ad un uomo di valore se non quella di andargli a dire “c’è bisogno di te”.
Il lavoro è tanto ma prende forma il gruppo. Prende forma il sogno. Non il mio sogno, ma il sogno di tanti. Io non ho meriti se non quello di lanciare secchiate d’acqua. Ma ognuno che si risveglia saprà cosa fare. Stiamo selezionando i migliori tecnici perché non crediamo che “uno vale uno” ma che “uno vale tanto” e che ad ognuno vada affidata la massima libertà di espressione nella materia di propria competenza. Vogliamo invertire la tendenza che oggi sembra imporre che il fine ultimo della politica sia avere nel proprio movimento persone oneste. L’onesta deve essere una certezza non un fine. Ci servono persone oneste, competenti e libere. E le troveremo. Non abbiamo chiesto a nessuno “che cosa vuoi fare” ma soltanto “che cosa hai fatto fino ad oggi” ed abbiamo scoperto guerrieri lasciati combattere da soli.
La prima cosa che unisce il gruppo di lavoro è la consapevolezza che il momento della delega è finita ma soprattutto la certezza che il male del Sud non è lo straniero ma è il cittadino del Sud. Il male di Napoli non è il nordista ma il napoletano. Quello che trova più facile vomitare sulla propria città che rimboccarsi le maniche e scendere nel fango. Il meridionalista che passa la vita a rimpiangere quello che  il Sud è stato oltre 150 anni fa ma non si attiva per lasciare un Sud diverso alle generazioni che verranno. Quello che dice “separiamoci” per crearsi una nicchia di elettori nostalgici ma poi aggiunge “restiamo nell’euro” per essere politically correct truffando concittadini in buona fede. 
Il male vero sono i giornalisti di questa città, quelli che si rendono megafono del suo sputtanamento al soldo di editori che hanno il culo e gli interessi a centinaia di chilometri da qui. 
I politici locali che si vendono per quattro denari, e che accettano di restare immobili davanti al degrado della propria città pur di rispettare i vincoli imposti da tiranni perchè incapaci di concepire la politica come obiezione di coscienza.  
I moralisti radical-chic che ti guardano con la puzza sotto al naso se ti vedono gridare per strada con un microfono in mano.
Il male del Sud così come il male della mia città è l’avere un nemico in casa e non aver fatto nulla per mandarlo via.
Abbiamo trovato il virus. Stiamo preparando l’antidoto.
Francesco Amodeo

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