mercoledì 27 agosto 2014

Da Gaza un appello all'Italia: Non addestrare i soldati che ci bombardano

Il Bds (Boicotaggio-Disinvestimento-Sanzioni) è l'unico strumento che abbiamo per poter agire in qualche modo di fronte a questa carneficina.
 
Il comunicato inviatoci stamattina sulle foto da Gaza.

Comunicato stampa

Da Gaza un appello all'Italia: Non addestrare chi ci bombarda


Davanti a un cumulo di macerie, un ragazzo a Gaza tiene in mano un cartello con scritto, "Italia, non addestrare i piloti che ci bombardano". Un gruppo di bambini ne sorregge un altro: "Addestrare i piloti israeliani = uccidere bambini palestinesi". Sono due dei quasi 50 foto-appelli che sono arrivati dalla Striscia per chiedere al governo italiano di annullare le esercitazioni militari previste per settembre in Sardegna, che, secondo un documento del Ministero della Difesa, prevedono la partecipazione dell'aeronautica israeliana.

Dopo oltre sei settimane di bombardamenti israeliani, che conta oltre 2000 morti, tra cui 478 bambini, e oltre 10.000 feriti e che hanno devastato gran parte delle infrastrutture di Gaza, compresi ospedali, scuole, case, impianti e fabbriche, i giovani di Gaza usano la loro creatività per mandare un messaggio all'Italia, un messaggio che non poteva essere più chiaro: Non sostenere i responsabili della distruzione del nostro futuro.

Sugli altri cartelli ci sono appelli per un embargo militare a Israele – l'Italia è infatti il primo fornitore europeo di armi a Israele – e per la sospensione del accordo di cooperazione militare tra Roma e Tel Aviv, che, tra l'altro, comprende le esercitazioni militari congiunte che si svolgono da anni in Sardegna.

"Dalla mia casa distrutta, chiedo all'Italia di boicottare Israele" recita il cartello di una giovane ragazza, che invita ad appoggiare la campagna lanciata dalla società civile palestinese nel 2005 per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele. Un movimento in crescita, che ha il sostegno di organizzazioni, sindacati, artisti e accademici in tutto il mondo e che si sta espandendo rapidamente a seguito degli ultimi attacchi contro Gaza affinché la società civile possa colmare il vuoto lasciato dall'inazione delle istituzioni e affinché Israele debba rendere conto dei crimini commessi.

Gli appelli da Gaza trovano una risposta nelle mobilitazioni in Italia.

Il 30 agosto a Cagliari si svolgerà un'assemblea internazionale contro le esercitazioni militari e per lo sviluppo della campagna BDS in Sardegna. Partecipano via Skype dalla Palestina Omar Barghouti, cofondatore della campagna BDS, e una delle ragazze di Gaza che appaiono nelle foto.

E in appena una settimana sono oltre 11.000 le firme da tutta l'Italia sulla petizione lanciata dall'Associazione Amicizia Sardegna Palestina "NO alla presenza dell'esercito israeliano in Sardegna". La petizione è indirizzata al Presidente della Regione Francesco Pigliaru e il consiglio regionale, il Ministro della Difesa Roberto Pinotti e il Presidente del Consigli Matteo Renzi.




NO alla presenza dell’esercito israeliano in Sardegna! 

NO alla presenza dell’esercito israeliano in Sardegna!


Non possiamo rimanere silentinon possiamo né vogliamo essere complici del massacro di Gaza, dell'occupazione e dell'apartheid in Palestina; non possiamo continuare a sopportare l'occupazione militare della Sardegna.

Facciamo appello al Presidente, alla Giunta e all’Assemblea della Regione Autonoma della Sardegna di prodigarsi in tutti i modi affinché il Governo italiano impedisca a militari e rappresentanti dello Stato di Israele di esercitarsi in Terra sarda.

Chiediamo con la presente la revoca dell'accordo del 2005 di Cooperazione Militare con Israele, il blocco di ogni fornitura di armi a Israele, e l’interruzione di ogni forma di collaborazione militare con Israele, e in particolare l’annullamento delle esercitazioni militari israeliane in Sardegna.



A:
Francesco Pigliaru, Presidente della regione Sardegna
Giunta Regionale
Consiglio Regionale
Ministero della Difesa
Governo Italiano
Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri

Per settimane lo stato di Israele ha seminato morte e distruzione nella Striscia di Gaza, bombardando deliberatamente ospedali, scuole, strutture civili, abitazioni, persino cimiteri. Quasi 2000 vittime, in larghissima parte civili, donne e bambini sono stati assassinati scientemente dall'esercito, dall'aviazione e dalla marina israeliana che hanno trasformato l'enorme prigione a cielo aperto di Gaza in un mattatoio, dove si vive e si muore “per un sì o per un no”, perché si è andati a fare la spesa nel momento sbagliato, perché ci si è rifugiati in una scuola dell'ONU, perché si lavora o ci si cura in un ospedale, perché, semplicemente, si vive nella Striscia di Gaza.
In tutto il mondo è montata la rabbia e la protesta per porre fine al massacro e perché i governi non si rendano ancora complici, con trattati commerciali, militari e di cooperazione con uno stato che opprime, soggioga, uccide e nega il diritto di esistenza ai palestinesi.

L'Italia è oggi il principale partner europeo in materia di armamenti dello stato di Israele.

In Sardegna le forze armate israeliane svolgono, ormai da anni, parti rilevanti delle loro esercitazioni e delle loro sperimentazioni, cosa che ha portato uno stato europeo evidentemente più sensibile dell'Italia, la Svezia, a rifiutare le esercitazioni congiunte con Israele. Le stesse armi che vengono sperimentate nei poligoni dell'Isola, causando danni all'economia, alla salute e alla libertà dei sardi, portano distruzione e morte in Palestina. Già nel 2006 alle esercitazioni congiunte effettuate dalle forze armate israeliane in Sardegna seguì, di poco, l'aggressione al Libano.

Non possiamo rimanere silenti di fronte a questi fatti; non possiamo né vogliamo essere complici del massacro di Gaza, dell'occupazione e dell'apartheid in Palestina; non possiamo continuare a sopportare l'occupazione militare della Sardegna.

Da settembre riprenderanno le esercitazioni militari israeliane nella nostra isola. Deve essere chiaro a tutti che quelle armi, testate qui in Sardegna, sono congegni di morte che uccidono i civili palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.

L'addestramento e l'esercitazione fanno pienamente parte del dispositivo militare di offesa che lo stato di Israele utilizza nei teatri di guerra. La collaborazione approntata dallo Stato italiano è dunque collaborazione con uno stato in guerra. Fermare questa collaborazione è un aiuto concreto alla popolazione martoriata dall'aggressione: ogni giorno di sospensione delle esercitazioni israeliane in Sardegna è un granello di sabbia nella macchina bellica che opprime e massacra il popolo palestinese.

La Sardegna è dunque diventata nel corso degli anni uno snodo importante per le politiche di guerra, anche per quelle israeliane.

Facciamo appello al Presidente, alla Giunta e all’Assemblea della Regione Autonoma della Sardegna di prodigarsi in tutti i modi affinché il Governo italiano impedisca a militari e rappresentanti dello Stato di Israele di esercitarsi in Terra sarda per poi perpetuare scientificamente il genocidio del Popolo palestinese.

Facciamo appello anche al Governo italiano affinché:

1. rispetti la Costituzione di questo paese, che "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali";

2. rispetti la legge 185 del 1990 che vieta il commercio di armi con paesi che violano i diritti umani o che sono in guerra;

3. adotti misure immediate per attuare un embargo militare totale e giuridicamente vincolante verso Israele, simile a quello imposto al Sud Africa durante l’apartheid, sino a quando Israele non rispetterà il diritto internazionale e i diritti del popolo palestinese.

Chiediamo con la presente la revoca dell'accordo del 2005 di Cooperazione Militare con Israele, il blocco di ogni fornitura di armi a Israele, e l’interruzione di ogni forma di collaborazione militare con Israele, e in particolare l’annullamento delle esercitazioni militari israeliane in Sardegna.

Promotori

Associazione Amicizia Sardegna Palestina

BDS Sardegna

Cordiali saluti, 

Rosanna Carpentieri
in proprio e quale Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia

N.B.
Per seguire ciò che sta accadendo in Palestina consiglio http://www.nena-news.it o http://www.bocchescucite.org. 
Altrimenti ci facciamo prendere in giro dai TG o dai media che stravolgono questa tragedia che è una strage degli innocenti!

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