sabato 23 marzo 2013

Esattamente quello che diceva Lannes. La tecnica della finta opposizione che deve dirottare il dissenso dal basso verso le scelte imposte. INTERROGATIVI A GRILLO SENZA RISPOSTA

Eccoli lì, esattamente quello che diceva Lannes. 
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/03/euro-linganno-del-grillo.html
La tecnica della finta opposizione che deve dirottare il dissenso dal basso verso le scelte imposte. 
Come? Manipolando le coscienze e inducendo le scelte verso l'obiettivo finale: far restare tutto com'è.


EURO: L'INGANNO DEL GRILLO


di Antonio Bassi

Quando Grillo viene interrogato sulla sua posizione riguardo all’Euro, lui risponde proponendo un referendum per lasciar decidere il popolo nella maniera piu’ democratica possibile, facendo un figurone davanti agli occhi della gente. Questo e’ in realta’ un volgare escamotage per non prendere in effetti nessuna posizione in merito ed e’ anche una trappola che denuncia effettivamente la sua posizione favorevole alla moneta unica europea. Vi spiego perche’.

Un referendum e’ auspicabile solo nel caso in cui i cittadini tutti siano ben informati sulla materia per cui si va a votare. La maggioranza della popolazione non conosce affatto le dinamiche ed il funzionamento dell’Unione Europea e del suo sistema monetario e sarebbe facilmente manipolabile ed influenzabile dalla propaganda pro-euro. I piu’ non sanno che lo scopo del Trattato di Lisbona, del Fiscal Pact e del Meccanismo Europeo di Stabilita’ e’ quello di togliere agli stati membri della EU la sovranita’ politica e monetaria e indebitarli fino al collasso, per costringerli a garantire il loro debito attraverso la svendita a due lire dei loro beni, servizi, proprieta’,  tesori, risorse naturali e riserve auree agli istituti finanziari controllati da un manipolo di delinquenti affamati di potere. Recentemente, il Presidende dell’Argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha esortato i leader dei paesi europei ad opporsi ai predatori finanziari che stanno cercando di soggiogare interi popoli. Ovviamente nessuno ne parla.

Giuseppe Piero Grillo e’ ben cosciente di questa assenza di informazione nella maggioranza del popolo ed e’ ben cosciente che, nell’ eventualita’ di un referendum, questa stessa maggioranza voterebbe a favore dell’Euro, impaurita dalla sicura propaganda dei media e dei leader politici europei che presagirebbero un collasso economico totale in caso di fallimento della moneta unica. E’ successo in Irlanda molto di recente. 
Con la proposta di referendum, quindi, Grillo non parla dei veri problemi e porta il popolo verso le catene dell’euro, facendo anche bella figura. Quindi, Giuseppe Piero Grillo, prima di invocare il referendum, dovrebbe lanciare semmai una forte e istruita campagna di informazione sul funzionamento del sistema monetario europeo, documentata con dati e numeri, e spiegarci come gli stati potranno ripagare gli “aiuti” degli strozzini avendo industria e imprese al collasso e tasse alle stelle.

Proprio in questi giorni, i politici e i leader europei stanno parlando di come la situazione della disoccupazione in Italia e Spagna sia critica. Ma guarda un po’, quelli che l’hanno creata se ne accorgono solo adesso. Il motivo per cui stanno facendo cio’ ed esortando i politici dei singoli paesi a prendere “provvedimenti” e’ semplice: vogliono costringerci ad accettare gli “aiuti” ed innescare l’indebitamento progressivo che ci portera’ brevemente al collasso e alla svendita di tutto quello che ci appartiene, inclusa la proprieta’ privata dei cittadini. 
Un paese che non ha industria e tasse alle stelle non riuscira’ mai a ripagare neppure gli interessi sui prestiti e sara’ condannato ad ipotecare beni e servizi.

Per finire. Visto che Grillo si presenta come l’unico buono e vero di tutta la cricca, parli dei problemi veri e non dei finanziamenti ai partiti. 
I problemi veri sono questi: Trattato di Lisbona, Fiscal Compact, MES, indebitamento progressivo causato dagli “aiuti”, tassazione oltre il limite sancito dalla Costituzione ed imposta dalla EU (la cui autorita’ e’ superiore a quella del Parlamento Italiano proprio per via dei Trattati ratificati), banche che non concedono prestiti alle imprese e investono i soldi dei cittadini altrove, moneta di proprieta’ della BCE e non dei cittadini.

"I contend that for a nation to try to tax itself into prosperity is like a man standing in a bucket and trying to lift himself up by the handle"
Winston Churchill
  
La presidente argentina esorta i leader europei a opporsi ai “predatori finanziari”
14 marzo 2013 (MoviSol) - Aprendo la nuova legislatura del Congresso Nazionale il 1 marzo, la Presidente dell’Argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha puntato il dito contro i leader mondiali che si piegano ai fondi speculativi e che cercano di distruggere le nazioni, invece di difendere il benessere delle loro popolazioni.
Cristina Fernandez ha parlato del default argentino nel 2001-2002 e della conseguente ristrutturazione del debito sovrano, che ha costretto i detentori di titoli di stato (in larga parte stranieri) ad accettare una riduzione del valore nominale, gonfiato, di tali titoli, indicando il disastro in Europa. "E’ probabile che molti altri paesi, prima o poi, pur negando il disastro, ristrutturando e attuando salvataggi bancari, saranno costretti a ristrutturare il proprio debito riducendo i pagamenti ed i tempi di rimborso. Altrimenti come potranno pagare paesi come Grecia, Spagna e ora l’Italia, che a quanto scopriamo ha il dramma di non avere un governo?"
In questo contesto, ha aggiunto, le battaglie giudiziarie dell’Argentina contro gli speculatori e i loro fondi pirata, che continuano ad esigere il pieno pagamento, più gli interessi, sui titoli che detengono, sono emblematici, non solo in termini economici e finanziari, ma anche come un test politico. "La questione è se i principali leader mondiali, i membri del G-20, i capi degli istituti di credito ed i governi di varie nazioni del mondo lasceranno che una manciata di predatori finanziari – che si contano sulle dita di una mano – mandino in rovina il mondo intero, creino milioni di disoccupati, persone disperate che si suicidano, che hanno perso il lavoro, non possono andare a scuola, hanno perso la casa, o se daranno invece la priorità alla loro società, alla loro nazione, alla loro storia ed al loro patrimonio. Questo è in ballo oggi" ha dichiarato la Fernandez.
Riferendosi al calo della produzione industriale in Europa, e in particolare in Italia, ha considerato che "viviamo in un mondo strano, dove i leader che hanno più responsabilità, perché nei loro paesi si è generata la crisi, non hanno una percezione di ciò che sta avvenendo". E si è chiesta: "Come è possibile che si voglia sacrificare intere nazioni a dei piccoli gruppi" che esattamente come i fondi pirata che predano in Argentina "cercano di imporre le proprie condizioni al mondo intero?"
La Presidente argentina sottolinea che lo sviluppo scientifico e tecnologico è alla base del suo governo così come lo era di quello del suo scomparso marito, Nestor Kirchner, dichiarando che è sua ferma intenzione ricostruire l’infrastruttura scientifica che è stata decimata dalla giunta militare e dal regime del FMI dagli anni Settanta agli anni Novanta, costringendo decine di migliaia di scienziati e studenti universitari a lasciare il paese. Questo sarà al centro dell’attenzione anche in futuro, ha notato, giacché il paese dipende da ciò.
Quello che infuria il FMI, ha aggiunto, è che "fondamentalmente abbiamo avuto successo senza seguire la sua politica. Anzi, siamo andati contro tutte le cose che ci hanno detto di fare, e andiamo benissimo. Ecco perché vogliono punirci, non ci perdonano questo successo".



INTERROGATIVI SENZA RISPOSTA DAL 4 MARZO 2013

Domande a Beppe Grillo
1) In quale consesso democratico lei è stato eletto Arbitro super partes del Movimento 5 Stelle e Garante d’Italia?
2) Qual è la sua posizione reale sul debito pubblico e sul signoraggio bancario?
3) Per quali ragioni nel 2008 ha incontrato segretamente l’ambasciatore USA, Ronald Spogli (emissario ufficiale di Bush junior) per discutere di programmi politici nello Stivale e non ha mai rivelato nulla all’opinione pubblica?
4) Lei ritiene che le centinaia di bombe nucleari di proprietà USA presenti illegalmente in Italia, in violazione del Trattato Internazionale di non proliferazione debbano essere immediatamente allontanate dal suolo nazionale per restituire sovranità territoriale al nostro Paese ed eliminare un pericolo per milioni di persone?
5) Cosa ci fa sul suo pianoforte, nel sontuoso salone della villa di Sant’Ilario (che vanta un mastodontico abuso edilizio sanato), una fotografia che la ritrae avvinghiata al presidente degli Stati Uniti d’America, Bill Clinton, membro delBilderberg Group (un Club esclusivo e segreto che ha pianificato la creazione dell’Unione europea e dell’Euro)?
6) Qual è la sua posizione sulle quotidianeoperazioni di geo-ingegneria e di guerra ambientale in atto in Italia?
7) Qual è la sua posizione sul Trattato di Lisbona e sul MES?
8) Qual è la sua posizione sull'opzione di uscita dell'Italia dall'euro e azzeramento di un debito pubblico artificiosamente costituito?
9) Qual è la sua posizione sulla presenza delle basi militari NATO in Italia e sulla partecipazione dell'Italia alle guerre USA?
10) Perché ha impedito ai ricercatori Gatti e Montanari di proseguire i loro studi sull'impatto delle nano-particelle, sottraendo loro il microscopio elettronico acquistato con le donazioni a questo scopo raccolte da chi partecipava ai suoi spettacoli a pagamento?
11) Quale è stato l'ammontare dei ricavi pubblicitari del sito beppegrillo.it, dalla fondazione ad oggi?
12) Il “comitato di garanzia” composto da lei e Casaleggio, che al momento decide le azioni disciplinari verso i membri di M5S, sarà mai aperto ai membri stessi? Se sì, voterebbero sulla piattaforma proprietaria sviluppata e curata per lei da Casaleggio e Associati? Chi conta i voti?
13) A quale punto del Non-statuto, o a quale principio di democrazia diretta, risponde la sua intenzione di assegnare parte dei contributi destinati agli eletti a “Comitati di Comunicazione” i cui membri siano nominati da lei?
14) Non crede che la mancanza di chiarezza su alcuni punti chiave (conflitto di interessi della C&A, trasparenza delle operazioni di voto, soldi pubblici da assegnarsi su sua indicazione, repressione del dissenso) tradisca lo spirito del Movimento?
15) Ritiene possibile costituire il Movimento in associazione o altra forma riconosciuta dalla legge? Devolverebbe a quest’ultima, logo e infrastrutture perché a gestirla siano i volontari M5S?


IL CAMERATA BEPPE GRILLO

di Gianni Lannes

Parole, parole, parole… che mirano alla pancia e prendono alle spalle. Chi l’avrebbe mai detto? Ma come?  L’avevamo già scritto senza smentite - bianco su nero -  in tempi non sospetti: l’idillio del comico a cinque stelle con il razzismo nazifascista. O dovremmo chiamarlo d’ora in poi, più propriamente camerata Grillo? Dopo l’elogio della mafia in campagna elettorale a Palermo, ora si pubblicizzano nuovamente i neofascisti italioti.

Pubblicità ai nazifascisti - Non ci credete? Lo spot pubblicitario di Forza Nuova campeggia sulsito internet del guru in affari con i Casaleggio (vedi Aspen). Infatti, ancora oggi 24 giugno 2012, viene promosso un evento del gruppo della destra radicale a Bari che si è tenuto il 23 giugno.  Il titolo della locandina pompata dal portale di Grillo rivela: “Giornata forzanovista in terra di Bari”. Tema del giorno: “Comunicazione e conquista del consenso”. Il partito della destra radicale, guidato dall’ex latitante per gravi reati eversivi Roberto Fiore, ha tenuto un incontro proprio questo sabato a Bari. Una manifestazione per «parlare del signoraggio bancario e della crisi, ma anche dell’avanzata dei movimenti nazionalisti in tutta Europa». Insomma, il mondo all’incontrario. Il “banner” con il programma del partito razzista è proprio sotto la promozione del libro di Grillo, una sorta di manifesto del movimento. In effetti, Roberto Fiore, da diverso tempo, fa l’occhiolino a Beppe Grillo. «Abbiamo idee simili anche sull’immigrazione», cioè si vuole negare la cittadinanza italiana ai figli di immigrati. Il comico genovese piace all’estrema destra. Anche ai «fascisti del terzo millennio», alias Casa Pound. Sarà quindi stata una svista? E’ tutta colpa dell’aggregatore di notizie «tze tze»,  gestito da Casaleggio & Associati? Il programma della manifestazione nazifascista pubblicizzata dal portale di Grillo recita: “Si svolgerà sabato 23 giugno 2012 a Bari, la giornata di studi forzanovista che vedrà la partecipazione delle comunità militanti del movimento guidato dal leader Roberto Fiore da tutto il Sud Italia. “Nel corso della giornata saranno toccati tutti i temi attuali, dal signoraggio bancario al debito pubblico, dalla crisi dell’euro alla sovranità monetaria, dall’affermazione dei movimenti nazionalisti in tutta Europa alla ricostruzione nazionale Italiana, dal contrasto dell’immigrazione clandestina alla lotta contro tutte le mafie. “Molto fitta la delegazione foggiana, partiranno alla volta di Bari dirigenti e militanti provenienti da Foggia, San Severo, San Giovanni Rotondo, Lesina, Manfredonia, Cerignola e Stornarella“. Come dicono i referenti “la scelta della Puglia per fare incontrare i dirigenti ed i militanti di tutto il Sud Italia non è casuale, fitta infatti è l’attività svolta sul territorio dai militanti pugliesi, soprattutto nelle province di Foggia, Bari, Lecce, Bat”.  Emanuele Fiano Responsabile Sicurezza del Partito Democratico non ha perso tempo: infatti, già ieri aveva dichiarato senza mezzi termini: “La pubblicità di Forza Nuova, noto partito neo fascista, che appare oggi sul Blog di Beppe Grillo è una vergogna e ci auguriamo che il fondatore del Movimento 5 stelle voglia cancellare immediatamente. Altrimenti sarà chiaro che per Beppe Grillo tutto in politica e nei confronti della storia di questo Paese è accettabile e propagandabile. Saranno gli italiani a giudicare”.

AMNESIE DI BEPPE GRILLO


di Gianni Lannes 



Il padrone per conto terzi di un movimento politico che ha nella bandiera l’etica comportamentale, che non dialoga bensì monologa, possiede un precedente personale molto ingombrante. E’ condannato e quindi secondo le sue regole non dovrebbe candidarsi…. eppure, guarda caso, lui stesso sembra non seguirle. Che disinvoltura. Siamo in Italia, bellezza! In campagna elettorale tutto fa brodo.


In tanti mi chiedono lumi sull’intrattenitore italiota. A parte aver già dedicato un corposo paragrafo alle sue bravate, proprio nel mio libro IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO, è utile aggiungere qualche altra riflessione documentata sull’ultimo “profeta” (sic!) allevato nello Stivale dai poteri massonici inglesi.  


Qualcuno si è montato la testa in piazza? Sull’attendibile sito web di Rai News 24 leggo ora un comunicato stampa con tanto di logo del capoccia e programma (datato11 gennaio 2013), intitolato “Cinque stelle candida Grillo a palazzo Chigi” che non riporta smentite dell’interessato. Ma, come, il ragioniere ligure aveva sempre spergiurato, che non si sarebbe candidato? La notizia che campeggia in bella mostra sul portale radiotelevisivo recita esattamente così: 


«Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ha presentato il proprio simbolo al Viminale e candida proprio il comico blogger, e leader di riferimento del Movimento, a governare la Repubblica italiana».
Accantoniamo i conclamati deliri razzistici, i peana sulla mafia in Sicilia e gli accoppiamenti destrorsi, ma vuoi mettere lo spettacolo a pagamento per anni di quei fessi degli italioti? Guardiamo oltre. 

Giustamente il padrone del movimento 5 stelle non vuole in Parlamento i condannati per corruzione. E i condannati per omicidio colposo come lui? Loro possono sedere alla Camera dei Deputati o alla Presidenza del Consiglio dei Ministri? Beppe Grillo è stato condannato per omicidio colposo. Esatto. Lo sapevate?



Il pluriomicida - La vicenda è sepolta nell’oblio, ma è bene rinfrescare la memoria di chi soffre accidentalmente d’amnesia, ed insulta violentemente chi osa dissentire civilmente.

Venticinque anni fa la Corte Suprema di Cassazione  ha confermato la condanna definitiva - un anno e quattro mesi di carcere - a Beppe Grillo per omicidio colposo plurimo, poiché giudicato responsabile della morte di due coniugi genovesi, Renzo Giberti (45 anni) e Rossana Guastapelle (33 anni), e del loro bambino Francesco, di 9 anni, a seguito di un incidente stradale nei pressi di Limone Piemonte, da lui causato l'8 dicembre 1981. 

Ecco cosa si apprende da un verbale di interrogatorio in aula, nel 1984: «Quando si è accorto di essere finito su un lastrone di ghiaccio con la macchina?»; «Ho avuto la sensazione di esserci finito sopra prima ancora di vederlo»; «Allora non guardava la strada». In primo grado Grillo venne assolto con formula dubitativa ma la Corte d’Appello di Torino, il 13 marzo 1985, lo condannò a un anno e 4 mesi col ritiro della patente: «Si può dire dimostrato, al di là di ogni possibile dubbio, che l’imputato risalendo la strada da valle, poteva percepire tempestivamente la presenza del manto di ghiaccio (…). L’esistenza del pericolo era evidente e percepibile da parecchi metri, almeno quattro o cinque, e così non è sostenibile che l’imputato non potesse evitare di finirci sopra», sicché l’imputato «disponeva di tutto lo spazio necessario per arrestarsi senza difficoltà» ma non lo fece, anzi decise «consapevolmente di affrontare il pericolo e di compiere il tentativo di superare il manto ghiacciato. Farlo con quel veicolo costituisce una macroscopica imprudenza che non costituisce oggetto di discussione». 


La condanna, appunto, sarà resa definitiva dalla IV sezione penale della Corte Suprema di Cassazione l'8 aprile 1988.


La storia - Nel pomeriggio dell'8 dicembre 1981 Beppe Grillo perse il controllo di un fuoristrada Chevrolet K5 Blazer mentre percorreva la strada militare, vietata al transito, che da Limone Piemonte porta sopra il Colle di Tenda. Il veicolo sei chilometri dopo Quota 1400 scivolando su un lastrone di ghiaccio cadde in un burrone profondo ottanta metri. A bordo con Grillo c'erano altri quattro amici genovesi con i quali stava trascorrendo il fine settimana dell'Immacolata. Grillo si salvò, essendosi gettato fuori dall'abitacolo in tempo prima che cadesse nel vuoto. Tre settimane dopo l'incidente, per Grillo scattò l'incriminazione per omicidio plurimo colposo. Nell'ottobre 1982 la perizia ordinata dal giudice istruttore suggerisce che Grillo fu colpevole di non aver fatto scendere i suoi passeggeri prima di affrontare il tratto di strada più pericoloso e pertanto il 28 settembre 1983 il popolare comico genovese viene rinviato a giudizio. Il processo di primo grado si celebrò a Cuneo il 21 marzo 1984 concludendosi con l'assoluzione di Grillo per insufficienza di prove. Pubblico ministero e avvocato della difesa ricorrono in appello. Il primo perché aveva chiesto una condanna a sedici mesi di reclusione, il secondo per avere un'assoluzione più ampia.


Tragedia un piffero - Voleva mettere in mostra il gippone nuovo? Così ha alzato la sbarra di una strada chiusa perché troppo pericolosa? Gli altri hanno dissentito, ma lui non ha sentito opinioni? I due fidanzati, dopo aver verificato la scarsa tenuta del veicolo e l’imprudenza del guidatore, decisero prudentemente di scendere e farsela a piedi. Ma la famiglia Giberti non aveva questa alternativa. Francesco era troppo piccolo per camminare al freddo per tutta quella strada e i cellulari non esistevano. Non avevano quindi altra scelta che mettere la vita propria e del figlio in mano ad uno sbruffone. Ad un certo punto si presentò un tratto di strada completamente ghiacciato. Grillo rallentò un po’ ma lo stesso decise di provarci, incurante del fatto che la sua auto - con solo due porte - era una trappola mortale per i passeggeri. Quando finì sul ghiaccio cominciò a sbagliare manovre. Ad un certo punto urtò una piccola sporgenza di roccia con la ruota di scorta posteriore e l’auto si girò, puntando minacciosamente verso il baratro. Iniziò così lentamente a muoversi. Appena avvertito il pericolo, Grillo, senza dire una parolascese dall’auto, ormai salvo, fuori dal fuoristrada senza controllo. Gli altri non avevano ancora realizzato nulla. Bilancio finale per la bravata di Grillo: tre morti (tra cui un bimbo) ed un ferito grave.



Cristina Giberti - «Beppe Grillo non si è mai scusato con me» - Il giornale Vanity Fair ad una manciata di settimane dalle elezioni politiche rispolvera una vecchia storia. La rivista ha intervistato Cristina Giberti,  la quale nel 1981 aveva 7 anni:


«Chiedo solo di incontrare il signor Grillo. È un gesto che devo a me stessa, ma anche ai miei genitori e a mio fratello, che non possono più parlare: lo faccio io a nome loro. Molte volte mi sono chiesta che cosa proverei ad averlo davanti a me, di persona, per chiedergli di quel giorno. (…) Non ho mai avuto occasione di sentirmi raccontare come sono andate le cose direttamente da lui, l’unico che possa davvero farlo. Mi conosceva bene, era amico dei miei, frequentava la nostra casa: come è possibile che in tutti questi anni non abbia mai sentito l’esigenza di vedermi, di chiedermi scusa, almeno di telefonare ai miei genitori adottivi per sapere come stavo?».


La donna ha spiegato di provare, comprensibilmente, un effetto particolare ogni volta che vede in tv il faccione del comico genovese:


«Fra tutti quelli che in questo periodo sentono continuamente parlare di lui e vedono la sua faccia e leggono ovunque le sue parole ci sono anche io, e lui dovrebbe ricordarselo, e dovrebbe capire l’effetto che mi fa».


La signora, impegnata nel volontariato per l’infanzia, ha raccontato di aver provato ad entrare in contatto con il leader del Movimento 5 Stelle, senza però particolare successo:


«Mi ha richiamato un nipote di Grillo: mi ha spiegato che tutta la sua famiglia aveva sofferto per l’incidente, che non era il momento di ritornare sull’argomento. Ma per me il momento è questo: sono cresciuta, sono mamma, sono pronta per sapere e per parlare».


E’ evidente che Grillo è un personaggio pubblico e che da tempo promuove una politica fatta da persone sulle quali non pendano condanne giudiziarie. Fino ad ora il comico genovese non ha commentato l’intervista della Giberti, anche se Vanity Fair - è scritto nel servizio stesso - lo ha contattato per concedergli spazio sin da subito.  


Nulla di personale. Grillo, però è stato infatti giudicato responsabile, naturalmente ''per colpa'' non per altro, della morte di due adulti e del loro bambino, per avere guidato imprudentemente un fuori strada che è precipitato in un burrone con le tre vittime imprigionate all'interno, mentre lui è riuscito a salvarsi. Una disgrazia, dunque, ma causata dall'imprudenza. Chi incorre in una vicenda come questa è sicuramente degno di pietas: un suo errore, una sua imprudenza l'hanno consegnato per tutta la vita a una colpa terribile. L'unica cosa che si chiede a chi sia incorso in un tragico errore come questo, però, è che non si erga a moralizzatore di un’intera nazione. Invece no. Beppe Grillo si propone all’Italia come Masaniello contro una classe politica di immorali. Non può farlo. Lui, non può farlo. Ed è incredibile che lui stesso, per primo, non lo comprenda e faccia finta di nulla. Tutto qui. O forse vogliamo fare una legge ad personam, che esclude lo sterminatore di una famiglia? Grillo ha anche fatto Appello e il ricorso per Cassazione, perché voleva forse far credere che i tre si erano suicidati? Mi limito ad osservare che nella circostanza Grillo è andato con l’auto in una zona vietata alzando una sbarra, quando si è accorto che a causa del ghiaccio l’auto sbandava e non riusciva più a controllarla, è sceso ed ha abbandonato al loro destino una famiglia ma, soprattutto un bambino, non provando neppure a salvarlo. Questo dovrebbe essere il soggetto a cui affidare la guida di un Paese?


La vicenda giudiziaria di Grillo non fa di lui un criminale, naturalmente, ma ne ha accertato l’irresponsabilità, che ha causato la distruzione di un’intera famiglia. Lo stesso tipo di irresponsabilità mi sembra manifestarsi nell’aizzare in un certo modo la folla, o magari i terroristi di Al Qaeda a lanciarci qualche missile. Preparatevi a morire, dunque: una risata vi seppellirà. E visto che va in onda una farsa, è preferibile astenersi da un voto inutile con una pericolosa legge incostituzionale.

  
riferimenti:




IL MAGNA MAGNA DI BEPPE GRILLO





di Gianni Lannes

Signore e signori, ecco la "democrazia" a Cinque Stellette del fustigatore altrui. Rigoroso con gli altri, indulgente esclusivamente con se stesso. Grillo presidente, suo nipote Enrico vicepresidente ed Enrico Maria Nadasi segretario. Altro che “uno vale uno”. E’ uno slogan buono per prendere in giro il popolo italiano. Alla faccia di quei fessi che hanno votato il Movimento 5 Stelle e di quei boccaloni che lo adorano e non fiatano. Altro che democrazia, giustizia e legalità.  Tutto di sua proprietà: Beppe Grillo, il nipote Enrico Grillo ed il commercialista Enrico Maria Nadasi. Di seguito: presidente, vicepresidente e segretario. Elezioni interne? Non pervenute. Un congresso? Primarie? Quando mai. Conta adulare le masse per estorcere - bonariamente - consenso elettorale. Il resto viene automaticamente. Basta aver predisposto il meccanismo congeniale. Allora, tutto regolare?
Ecco il vero atto di fondazione: lo statuto del M5S a gestione familiare, il documento chiave per ottenere i rimborsi elettorali, ovvero milioni di euro degli ignari contribuenti. Altro che “Non Statuto”: un classico specchietto per le allodole. Così, mentre in pubblica piazza sbandierano il non statuto,  sepolto nel cassetto nascondono l'atto notarile. Alla faccia della trasparenza. Uno statuto grazie al quale il Movimento ha diritto ai rimborsi elettorali, ai quali poi rinuncerà come più volte è stato dichiarato a parole.

L’atto costitutivo del Movimento Cinque Stelle, è stato redatto nello studio di un notaio a Cogoleto, e registrato a Genova durante la campagna elettorale, prima che decollasse lo “tsunami tour”. Chi l’avrebbe immaginato? Soltanto complottisti e dietrologi? Assolutamente no: basta scavare, visto il soggetto attaccato alle palanche e considerato i precedenti del referendum nel 2008.
Dunque corre il 18 dicembre 2012, le elezioni incombono e Grillo Giuseppe Piero, da zelante ragioniere fa i suoi calcoli a mano libera. L'obiettiovop non dichiarato?  Banale: intascare soldoni pubblici (legalmente s’intende!). Altrimenti perché questa segretezza? Si sarà detto: meglio darsi una struttura, un forma che assomigli a un partito, così da poter presentare proprie liste e maturare il diritto ai finanziamenti pubblici.

È tutto condensato in un atto notarile registrato tre mesi fa. È tutto documentato in quelle righe: un conclave ristrettissimo. Una partecipazione non allargata al Movimento 5 Stelle, ma a soli tre individui. Non ci sono più dubbi: M5S coincide con la ditta Grillo & Grillo.  Il movimento grillino avrà pure trovato la sua linfa vitale in rete ma i soci più importanti, i fondatori, sono sempre e solo loro tre a dettare legge. Gli altri, i soci ordinari, possono essere ammessi attraverso una domanda che dev'essere approvata dal consiglio direttivo. I suoi membri? Guarda caso, sempre loro tre: Grillo senior, Grillo junior e il commercialista di fiducia. La democrazia da barzelletta avariata del pifferaio ligure funziona così. Come una cassaforte con la combinazione in mano soltanto a tre individui.

Il titolare del simbolo dei Cinque Stelle e del blog beppegrillo.it è invece solo il presidente: Beppe Grillo. La cima della piramide. «Spettano al signor Beppe Grillo - è scritto in quei fogli - titolarità, gestione e tutela del contrassegno; titolarità e gestione del blog». Sarà pure un movimento diffuso e trasversale, ma anche accentrato che più accentrato non si può. Beppe Grillo è uno e trino. Presidente, fondatore e megafono del partito sorpresa di questa tornata elettorale. Anzi, da quello che si capisce, Grillo ha pure in tasca i flussi finanziari, insomma la contabilità dei grillini.



Nell'attesa, il Movimento Cinque Stelle va avanti per la sua strada. L'obiettivo è ambizioso e idealistico: «La convivenza armoniosa attraverso lo sviluppo del talento e delle capacità personali dell'individuo, che deve trovare piena capacità di cogliere tutte le opportunità realizzabili all'interno della società civile, nel rispetto delle regole istituite dallo Stato nella sua fondazione».

Indi lo statuto elenca i pilastri che sorreggono il movimento e pure questo è uno stagno di triti luoghi comuni: libertà, uguaglianza, dignità, solidarietà, fratellanza e rispetto. Tutti vocaboli vergati in grassetto, forse per dare più importanza all'ovvio. Come si fa a non essere d'accordo? Più interessante è il passaggio successivo in cui Grillo & Grillo sembrano aprire al liberalismo economico e ai suoi precetti: «Lo Stato deve limitare il corpo delle leggi che ne regolano il funzionamento a quegli ambiti di intervento propri della tutela e salvaguardia degli interessi della collettività e dei diritti della persona». Niente male per un Paese che ha uno Stato privo di sovranità politica, territoriale e monetaria, e un corpo legislativo mastodontico.

C'è quindi l'omaggio opportunistico ad internet: alle elezioni parteciperanno «candidati e liste di candidati indicati secondo le procedure di diretta partecipazione attuate attraverso la rete internet». È la democrazia del web che però si ferma a Cogoleto sulla soglia del notaio Filippo D'Amore. Lì dentro ci sono solo i tre soci fondatori.  

Però anche il comico ligure deve arrendersi alle leggi tradizionali dell'Italietta, anzi alla Costituzione: «Gli eletti eserciteranno le loro funzioni senza vincolo di mandato». Grillo, che evidentemente crede più alla prevenzione che alla cura, ha tuonato nei giorni scorsi, dopo la l'illuminante vittoria elettorale, contro trasformisti e voltagabbana. 


A quanto pare le regole democratiche non valgono per l'azienda d’affari Grillo & Grillo di Genova. 
Perché Beppe Grillo non ha detto nulla al popolo sovrano, all'opinione pubblica, agli elettori ed ai seguaci di M5S? 

Mò, come la mettiamo grullini?

SOLDI PUBBLICI AI PARLAMENTARI DEL MOVIMENTO 5 STELLE




 di Gianni Lannes

Pecunia non olet? Soldoni pubblici dell’ignaro contribuente agli ignari grillini di Camera e Senato. La questione è scottante assai. Ieri, a Roma, alla presenza del padrone di M5S e del guru del guru, il capogruppo al Senato, tale Vito Crimi, in conferenza stampa ha riferito: «La gestione dei fondi sarà ad esclusivo utilizzo dei gruppi. Non saranno gestiti da Grillo e Casaleggio. Non abbiamo fatto richiesta di rimborsi elettorali. Noi non li prendiamo e per noi il discorso è chiuso qui» mette però in chiaro Crimi. Ben detto, bravo, bis… «La trasparenza è nel nostro dna - gli fa eco la collega Roberta Lombardi (capo gruppo alla Camera con dichiarate simpatie per il fascismo) - abituatevi a questa nuova modalità di fare politica». Che fior di onorevoli: se il mattino si vede dal buongiorno, allora… Parole, parole, soltanto parole. Sarà, ma il dubbio è legittimo, fino a prova contraria, visti i precedenti del referendum nel 2008, quando Casaleggio predispose una lettera capestro ai firmatari dei tre quesiti, chiedendo loro energicamente di rinunciare agli eventuali rimborsi in favore di Giuseppe Grillo.
La farsa si ripete? Oggi, 5 anni più tardi, gioca ancora l’inesperienza e l’ignoranza in materia? Prima di imparare l’abc, Crimi e Lombardi, scivolano già sulla prima buccia di banana. Infatti, i deputati e i senatori, oltre ai loro stipendi, si vedono assegnati dalla Camera e dal Senato delle risorse per poter svolgere il loro lavoro istituzionale. Non sono quattrini elargiti al singolo parlamentare, ma appunto ai “gruppi ” costituiti da partiti e movimenti politici. I regolamenti prevedono che queste risorse finanziarie, calcolate in base al numero di deputati e senatori, vengano gestite collegialmente per l’attività di studio e di ricerca, per la comunicazione istituzionale e politica, per le spese di segreteria e per pagare il personale assunto delegato a queste mansioni. In soldoni, volenti o meno, al M5S andranno circa una quindicina di milioni di euro (denaro pubblico).  

Pizzo mafioso - Una manfrina? Se il denaro pubblico (in teoria) non lo vogliono, perché allora lo pretendono dai parlamentari incastrati sotto loro grinfie, imponendogli simili costrizioni? 

«ACCETTA IL SEGUENTE TESTO PER ABILITARE LA TUA CANDIDATURA. Caro candidata/o, ad integrazione del documento da te approvato: “Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento”, ti riporto questo testo ufficiale predisposto da uno studio legale che è necessario sottoscrivere. Beppe Grillo Costituzione di “gruppi di comunicazione” per i parlamentari del M5S di Camera e Senato Il Regolamento della Camera dei Deputati e del Senato prevede che a ciascun gruppo parlamentare vengano assegnati dall’Ufficio di Presidenza contributi da destinarsi agli scopi istituzionali riferiti all’attività parlamentare, nonché alle “funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili».

La richiesta è perentoria e non lascia spazio a tentennamenti. Questa schermata si sono visti recapitare online i potenziali candidati al Parlamento del Movimento Cinque Stelle. Per chi non avesse capito, viene ribadito con tono minaccioso. Cosa attesta di così importante questa missiva vidimata da qualche avvocato? Semplice. Che i deputati eletti per il Movimento dovranno delegare a Beppe Grillo la gestione dei - cospicui - fondi pubblici che i gruppi parlamentari alla Camera e al Senato riceveranno per la loro attività.

Beppe Grillo & Gianroberto Casaleggio hanno già dettato le loro regole? Viene spiegato senza mezzi termini dai padroni del Movimento 5 Stelle: «Il Regolamento della Camera dei Deputati e del Senato prevede che a ciascun gruppo parlamentare vengano assegnati dall’Ufficio di Presidenza contributi da destinarsi agli scopi istituzionali riferiti all’attività parlamentare, nonché alle “funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili ”». Quindi, prosegue il diktat, «la costituzione di due “gruppi di comunicazione ”, uno per la Camera e uno per il Senato, sarà definita da Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e di scelta dei membri ». Le finalità, dal loro punto di vista, sono duplici: «garantire una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione», ma anche «evitare una dispersione delle risorse per ciò disponibili». Non solo: «Ogni gruppo avrà un coordinatore con il compito di relazionarsi con il sito nazionale del M5S e con il blog di Beppe Grillo». A cosa si riferiscono parlando di “fondi per un gruppo comunicazione”? Lo chiariscono poco dopo: «La concreta destinazione delle risorse del gruppo parlamentare ad una struttura di comunicazione a supporto delle attività di Camera e Senato su designazione di Beppe Grillo deve costituire oggetto di specifica previsione nello Statuto di cui lo stesso gruppo parlamentare dovrà dotarsi per il suo funzionamento». Ciò significa che si fa riferimento a tutte le risorse destinate ai gruppi. Non si scappa: «È necessaria – si conclude la lettera - l’assunzione di un esplicito e specifico impegno in tal senso da parte di ciascun singolo candidato del M5S al Parlamento prima delle votazioni per le liste elettorali con l’adesione formale a questo documento”. Il tutto in barba alla libertà dei parlamentari che rappresentano il popolo sovrano almeno sulla carta (la Costituzione). 

La questione non è solo economica o tecnica. È anche politica e democratica. Anzi e di più: etica. Sul punto il regolamento della Camera è lampante: «Ciascun Gruppo, nella prima riunione, nomina il presidente, uno o più vicepresidenti e un comitato direttivo». I parlamentari hanno vincolo di mandato e il diritto di autogestire queste risorse. Deve essere nominato anche un tesoriere che annualmente presenta un bilancio da far approvare ai membri del gruppo. Tale bilancio, infine, deve avvalersi di «una società di revisione legale, selezionata dall’Ufficio di Presidenza [...] che verifica nel corso dell'esercizio la regolare tenuta della contabilità».

Tesoretto al capo? - Come possono pensare Grillo & Casaleggio di gestire questi fondi a loro totale discrezione, per di più essendo entrambi fuori dal Parlamento? A denunciare questa pressione psicologica di Grillo o chi per lui (il guru del guru) sui “suoi” parlamentari è stato anche Valentino Tavolazzi, esponente del Movimento poi espulso da Grillo in persona. Valentino Tavolazzi, nel novembre scorso, aveva denunciato pubblicamente questa situazione, pubblicando la lettera dello staff grillino agli aspiranti candidati alle Politiche: «Grillo gestirà i fondi parlamentari del M5S”. 

Insomma, uno dei tanti epurati dal M5S aveva reso di dominio pubblico una comunicazione scritta da Casaleggio inviata ai i grillini, costretti a firmarla. «I candidati alle politiche - aveva dichiarato Tavolazzi - stanno ricevendo in questi giorni una lettera di Casaleggio che li invita a sottoscrivere un impegno formale, riguardante l’uso del denaro che i gruppi M5S alla Camera ed al Senato avranno a disposizione per la comunicazione istituzionale. L’impegno predisposto dai legali di Casaleggio - sottolineava il dissidente - prevede che sia Grillo a decidere regole e composizione di un fantomatico comitato che dovrà sovraintendere all’uso di quei fondi e decidere a quale struttura di comunicazione destinarli. I candidati devono firmare ora, per tutta la legislatura, che delegheranno in toto la destinazione del tesoretto pubblico e che approveranno ad hoc lo statuto del gruppo».

Solo una questione di soldi, altro che il bene comune dell'Italia. E chi non è d'accordo per la spartizione sotto banco viene cacciato via. Tavolazzi aveva postato sul suo profilo Facebook la lettera trasmessa ai grillini:

«La costituzione di due “gruppi di comunicazione”, uno per la Camera e uno per il Senato, sarà definita da Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e di scelta dei membri, al duplice fine di garantire una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione, nonchè di evitare una dispersione delle risorse per ciò disponibili. Ogni gruppo avrà un coordinatore con il compito di relazionarsi con il sito nazionale del M5S e con il blog di Beppe Grillo. La concreta destinazione delle risorse del gruppo parlamentare ad una struttura di comunicazione a supporto delle attività di Camera e Senato su designazione di Beppe Grillo deve costituire oggetto di specifica previsione nello Statuto di cui lo stesso gruppo parlamentare dovrà dotarsi per il suo funzionamento. E’ quindi necessaria l’assunzione di un esplicito e specifico impegno in tal senso da parte di ciascun singolo candidato del M5S al Parlamento prima delle votazioni per le liste elettorali con l’adesione formale a questo documento».

Ieri l'altro - Ecco il precedente, forse rimosso e dimenticato dalla memoria collettiva. Allora, nel 2008 (anno in cui Grillo incontra segretamente l’ambasciatore Usa, Ronald Spogli, (massimo referente in Italia di Bush junior), c’erano in ballo circa 2,4 milioni di euro, per fortuna non erogati dallo Stato in quanto i referendum non raggiunsero il numero legale di firmatari. Un’operazione in stile Casaleggio? 

«Ci venne proposto un documento così, nel momento in cui nessuno era a conoscenza che prevedeva addirittura che avremmo dovuto delegare direttamente Beppe Grillo nel caso in cui ci fossero stati rimborsi referendari» rivela Serenetta Monti, candidata sindaco al comune di Roma nella lista Grillo, membro di quel comitato promotore.
Nel documento predisposto dallo staff del predicatore c’era tra l’altro scritto: «…I sottoscrittori promotori, intendono con la presente attribuire formalmente ed irrevocabilmente al sig. Giuseppe Grillo, in via esclusiva, ogni diritto al percepimento dei rimborsi di cui la legge n. 157 del 3 giugno 1999, e ad usufruire di ogni altra agevolazione prerogativa e facoltà previste per o conseguenti al coinvolgimento delle attività referendarie, rinunciando fin d’ora, a beneficio del sig. Giuseppe Grillo o di persona che questi potrà indicare, ad ogni diritto in tal senso…».

E meno male che Grillo i soldi del cittadino non li voleva. Che altro dire? La comunicazione del 5 Stelle passa unicamente dal dominio beppegrillo.it, ed il capo non si sogna minimamente di rispondere alle numerose critiche documentate salite dalla base ai vertici della piramide, negli ultimi 4 anni.

Domanda non concordata. Ma al recente incontro degli eletti, che ci faceva Casaleggio in primo piano, se non c'entra nulla e teoricamente dovrebbe occuparsi solo del blog di Grillo?

Si rischia la scomunica a fare domande scomode? Allora Grillo & Casaleggio questi ingenti fondi pubblici, destinati ai gruppi parlamentari da chi saranno realmente gestiti? 

Il delirio di onnipotenza mista all’arroganza già si palpa e deborda sulle gente comune che in buona fede li ha votati. Stanno giocando con il fuoco e non se ne rendono conto. Chi pensano di prendere in giro ancora per molto? L'inganno ha i giorni contati.

Vi sembra democrazia dal basso o piuttosto dal dietro?


video:


GRILLO: L’ILLUSIONISTA

di Gianni Lannes
Scrive Antonio Amorosi con tanto di prove: «Quegli equilibri che possono darti potere e portarti in Parlamento. Ed è anche denaro. Quale? I 10 milioni l’anno destinati ai gruppi di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle. Pochi sanno infatti che gli attivisti per candidarsi alle prossime elezioni politiche hanno dovuto sottoscrivere un accordo al buio. Come dal regolamento di Grillo: in sostanza sarà una società di comunicazione decisa da Grillo stesso a parlare per i Deputati e i Senatori del Movimento. Gestirà circa 10 Milioni di euro l’anno (6,3 alla Camera; 3,7 al Senato; i dati sono calcolati sui numeri ufficiali delle due Camere), che diventano 50 milioni di euro per una legislatura completa, visti i circa 100 parlamentari attribuiti al Movimento, oltre ai loro singoli stipendi. Non sappiamo ancora quale sarà il nome ufficiale della società che gestirà tutte queste risorse. Ma di certo sappiamo che con 50 milioni euro la forza di convinzione e di trasformazione degli equilibri può alimentare molto altro denaro. Sarà per questo che in Italia è sempre meglio fondare un partito che gestire un'azienda!» (Affari Italiani, 6 febbraio 2013).
Sembra tutta un questione di soldi, ovviamente pubblici. La società di Casaleggio Gianroberto - socio e guru di Beppe Grillo - è in deficit, è allora perché non buttarsi in politica per risanare i debiti? I danè, i soldi di quei fessi dei contribuenti, cioè la gente comune, fanno sempre gola.



Il lato oscuro? Per entrare nel sistema devi comunque far parte del sistema stesso. Vediamo se al predicatore ligure torna la memoria. Dunque, all’inizio degli anni ’90, mentre l’Italia era dilaniata dagli attentati e dalle stragi dei magistrati - Falcone e Borsellino con relativi agenti di scorta - Grillo aveva fatto qualche pensierino su Berlusconi, all’epoca alla vigilia della sua discesa in campo con Forza Italia

E così al Beppe Grillo Show di Rai Uno del 25 novembre 1993 (il filmato che comprova le dichiarazioni è eloquente) dichiarava seriamente: 

«Sono da mandare via, questa gente qua, da votare gli imprenditori, ecco perché sono contento che è venuto fuori Berlusconi: lo voglio andare a votare». 

C’è da credergli? Per opportunità e convenienza economica, Sua emittenza è diventato poi “lo psiconano”.

Nella primavera del 1995, intervistato da Curzio Maltese (La Stampa), il pifferaio che ha sottratto la scena mediatica a Vendola (premiato da don Verzé insieme a Berlusconi con il "cedro d'oro" per l'operazione speculativa San Raffaele a Taranto), gongola: “Ma insomma Grillo, perché non si candida?”. E lui: “Sarebbe un gioco da ragazzi. Prenderei il triplo del Berlusca” “Non esagera?”. E Grillo: “Ma no. Mi presento in tv e dico: dai, datemi il voto, che ci divertiamo, sistemo due tre cose. Un plebiscito”.

Successivamente, nell’ ottobre 2007, intervistato da Ferruccio Sansa (oggi al Fatto Quotidiano) sul Secolo XIX, Grillo è inamovibile. Nessuna discesa in campo, assicura.
Se parli alla pancia della gente, indubbiamente riempi le piazze, ma non è democrazia dal basso. C’è un’ambiguità di fondo, quando un comicante si erge a leader di un movimento politico, anzi rivendica la proprietà dello stesso. La satira è contro il potere, contro ogni potere, anche quello della satira. Forse Dario Fo, per via dell’età, lo ha dimenticato, visto che ora osanna Grillo che ricambia proponendo la sua candidatura al Quirinale. Scusate: i due vip hanno scritto un libro a quattro mani, pubblicato ovviamente da Chiare Lettere. Se però un intrattenitore arriva a condizionare la politica, c’è da preoccuparsi. L’interferenza cabarettistica è l’ultima goccia di una politica ormai degenerata.

Nessuna soluzione ai problemi collettivi può giungere da una recita che risponde notoriamente ai criteri della finzione. Come si fa a risolvere i problemi dell’Italia con i “vaffanculo” (terminologia squisitamente usata da Grillo) o con i sermoni?
Beppe Grillo va avanti a colpi di insulti personali, accuse incredibili, parole di una violenza inaudita. Ma cosa accadrebbe se un bel giorno un demente, uno squilibrato, un minus habens come quelli che infestano il web, ascoltando queste accuse, premesse il grilletto?

Uno dei tanti punti deboli della vulgata grillesca in salsa Casaleggio & Co, è combattere a parole la rappresentanza politica, ma ignorare lo Stato. Il rapporto del cittadino con lo Stato, infatti, non può riassumersi a lazzi da avanspettacolo (a pagamento), nel problema della mediazione. Insomma, Grillo ha suscitato una pericolosa illusione: ovvero che esista per la soluzione degli atavici problemi italioti, una ricetta semplice, riassumibile in una battuta che fa solo ridere e nient'altro, lasciando intatta la realtà.

A furia di slogan, far credere alle masse, soprattutto di giovani abbindolati alla peggio e privi di anticorpi culturali, che sia sufficiente sottrarre qualche milione di euro ai privilegi della casta è un’altra rischiosa illusione, che al risveglio, potrebbe tramutarsi in minacciosa collera.

Grillo & Casaleggio ripetono ovvietà, in altri termini hanno scoperto l'acqua calda. Indubbiamente in Italia la democrazia è sotto sequestro, ma lo aveva già sottolineato Enrico Berlinguer nella famosa intervista concessa a Scalfari il 28 luglio 1981. 

Il vero nodo irrisolto è un altro. Da noi, sotto mentite spoglie e per interposti soggetti, comandano gli anglo-americani. A cosa credete che servano le numerose basi militari e le bombe atomiche? A controllare e dominare l’Italia ed il popolo italiano. La guerra fredda è terminata: ora con i russi la Nato fa addirittura affari ed esercitazioni militari.

Le attese messianiche che esprime e le condanne che sputa, le urla che accompagnano ogni sermone, nascondono una deriva sempre maggiore.Grillo ormai ha indossato la maschera di profeta ed al contempo giudice, ma non vuole togliersela più! E si sente un intoccabile. Chi gli ha conferito questa sicurezza?
Infine, complimenti! Il Movimento 5 Stelle è il primo “partito” nella storia d’Italia, interamente controllato da un’azienda privata, specializzata in manipolazione di massa. In ultima battuta: personalmente non credo che sia tutta farina di un unico sacco. Chi c'è dietro un ragioniere ed un perito informatico?

GRILLO: IL PIFFERAIO TRADITORE




di Wilma Criscuoli  

Il pifferaio di Hamelin è una fiaba tradizionale tedesca, trascritta, fra gli altri, dai  fratelli Grimm. La fiaba narra di un uomo che promette di disinfestare la città dai ratti con un piffero. La popolazione gli da fiducia, e lui suonando un piffero e ipnotizza tutti i ratti convogliandoli in un fiume dove muoiono annegati. Ma dopo aver disinfestato la città, il pifferaio continua a suonare il suo strumento, attirando però questa volta tutti gli abitanti della città e convogliandoli verso il fiume, dove annegheranno anche loro.

Adesso vi domanderete, ma che centra con Grillo? L’analogia calza a pennello, purtroppo, e vi spiego perché. Il successo di Grillo-Casaleggio è stato programmato da molto tempo, con pericolosa astuzia. Gli italiani sono da tempo sfiduciati verso tutta la classe politica, mentre nello stesso tempo soverchiati da incomprensibili sacrifici, così la classe politica è diventata “la casta” cioè il principale nemico. Levando di mezzo tutti i politici sarebbe stato tutto risolto, non tenendo conto che questi sono burattini in mano ad alti poteri anche occulti, i camerieri dei banchieri.

Ma la ribellione contro “la casta” non è stato un concetto nuovo, non è stato un risveglio spontaneo del popolo sul momento. La ribellione contro la “casta” è stata fomentata ad arte,  riesumando un vecchio libro del 2007 di 288 pagine edito dalla Rizzoli, intitolato “La Casta” firmato da Sergio Rizzo e Antonio Stella. Niente di nuovo. Ma perché si è riesumato questo libro del 2007? Perché il malcontento cresceva, era reale, e per renderlo innocuo andava incanalato e manipolato. Perché convogliare il malcontento facendo credere che l’unico nemico da abbattere era la classe politica, significava distogliere l’attenzione dai reali problemi, come se bastasse cacciare gli attuali politici dal Parlamento per risolvere i problemi.

Significava non parlare di Signoraggio, di scie chimiche, Sovranità Monetaria. Concentrare l’attenzione sugli introiti dei politici di turno, mentre agli italiani veniva chiesto tutto, significava eliminare la possibilità che si capisse che il Debito pubblico non esiste, che è una truffa!

Se non era così strumentale convogliare il malcontento verso la “casta” non se ne parlava così ampliamente in tv, non girava (dicendo che era stato censurato) lo sketch di Enrico Brignano entusiasmando l’emotività popolare.
La vera arma del sistema è convogliare il dissenso e manipolarlo, facendo leva sull’emozione più che sulla razionalità. Avere il potere del dissenso si traduce in un assenso. Preparato il terreno, è apparso sulla scena politica Grillo con il suo piffero magico.

Prometteva come ha promesso il personaggio della favola, di disinfestare l’Italia dalla “casta”,  attirando più gente possibile, molta in buona fede, abbagliata dalle promesse senza senso.

Grillo con i suoi “Tsunami Tour” come il pifferaio magico ha riunito sempre più gente al suono delle sue parole, senza programmi alternativi, con demagogiche promesse, diventando il Guro indiscusso. Ha tirato fuori il  termine “reddito di cittadinanza” esulando dal contesto che aveva scritto Auriti, e si è guardato bene dal parlare dell’emissione della moneta a debito, dunque promessa campata in aria. Niente a che fare con Sovranità monetaria. Ha proposto un referendum sull’euro, niente di più fuorviante, come se il problema fosse il nome della moneta, non da chi è coniata ed emessa a debito. Nulla a che fare con la Sovranità Monetaria.
Di Geoingegneria, scie chimiche, neanche a parlarne, non c’è tempo. E con questo risultato elettorale il piffero magico di Grillo dove convoglierà gli Italiani? A mio avviso al baratro. La situazione dello stato attuale delle cose porta ad una governabilità impossibile, non si sa ancora chi andrà a parlare con Napolitano, probabilmente Grillo o Casaleggio si dice, ma sono stai eletti? No, alla faccia della democrazia!

All’interno del movimento gli stessi grillini non sanno i nominativi degli eletti, tutti fermi aspettando le direttive, una completa apparente anarchia gestita da Grillo e Casaleggio, ma sono stati eletti? No, alla faccia della trasparenza!
Azzerati i partiti cosa rimane? Non una alternativa, ma un pericoloso vuoto. Ha vinto la rabbia, ma non la consapevolezza, rabbia sapientemente alimentata dai primi VaffanculoDay, e trascinare la gente su questa onda è facile, basta avere un piffero magico emettendo suoni piacevoli e gradevoli.

Il reale scopo di Grillo-Casaleggio è traghettarci verso il Nuovo Ordine Mondiale, spero di cuore che i grillini se ne rendano conto.

fonte:

GRILLO & CASALEGGIO: ARRENDETEVI, SIETE SGAMATI




di Gianni Lannes

OMBRE E SEGRETI DI BEPPE GRILLO. Questa biografia non autorizzata è quasi ultimata. Ora bisogna trovare un editore sensibile. E’ solo una questione di tempo, poco in realtà, poi il bluff sarà evidente anche ai più fanatici seguaci del pifferaio ligure. Su questo diario internautico sono state offerte alcune brevi anticipazioni. Nessun accanimento, per carità, - non sparo sulla croce rossetta - ma ricerca della verità. O se preferite diritto di cronaca, di analisi, di approndimento, di comprensione da persona libera e indipendente.

Come nasce un libro? Solitamente accade per un’intuizione, un desiderio, una passione, un dovere civile. A me è capitato per reazione all’ottundimento italiano, alle mancate risposte del ragioniere ai tanti quesiti saliti dal basso ed ignorati dalla star a pagamento di questi giorni bui. Per contrasto alla rassegnazione dilagante. L’ignoranza è la madre di ogni devozione. E poi la nausea di tutti quelli che dopo salgono come al solito, sul carro dei vincitori: pennivendoli, politicanti, attorucoli, veline, cantantucoli, e perfino repubblichini di Salò del calibro di Dario Fo eGiorgio Albertazzi. 

Ma più di tutto e soprattutto per una ragione fondamentale: il sistema di potere ha deciso lui stesso di gestire l’opposizione.

E ancora: alle innumerevoli contraddizioni, alla svolta autoritaria e padronale, all’arroganza di chi raduna folle e arieggia da padreterno dettando addirittura l'agenda politica. E perché no, al suo delirio di onnipotenza, alle buffonate del jogging in tenuta mascherata dello sponsor. Col codazzo di telecamere e di cronistazzi dementi al seguito. Anche alla sottrazione del microscopio ai ricercatori Gatti e Montanari, acquistato con una sottoscrizione pubblica. 

Una battuta su Grillo? Un vuoto a perdere che ha cavalcato la protesta. Potrei scrivere un’enciclopedia, mi sono limitato ad una monografia ben documentata. L’opinione pubblica nazionale ed internazionale deve sapere chi è realmente Giuseppe Piero Grillo e chi giostra dietro, di lato e di sopra.

La furbizia del fustigatore ha annusato per tempo il cortocircuito pubblico ed ha catalizzato con un’operazione di marketing politico, l’insofferenza che solca l’aria tricolore.
La politica italiana è così immobile ed ingessata che basta un comico alla "frutta" per destabilizzarla. Come ci siamo ridotti: privi di valori e ideali, senza una classe dirigente.

Di solito, dopo l’eliminazione dei partiti e dei sindacati, i Paesi finiscono sotto schiaffo di dittature militari. Da noi i banchieri hanno già rubato quasi tutto, grazie ai tecnocrati. I rifiuti si sa, si riciclano soltanto in politica.
Il malcontento cui Grillo dà voce, per modo di dire, non è quello fisiologico delle democrazie contro chi sta al Governo. Grillo è il sintomo di questa crisi, non la cura. Infatti, il programma è un’accozzaglia di slogan a buon mercato.
Se questo è il livello delle proposte grillesche in salsa casaloggia, tanto vale fare il mago Otelma (senza offesa) presidente del Consiglio.

Attenti ai tromboni. Lesa maestà, forse anche offesa alla divinità. Noi lo ammiriamo, anzi lo veneriamo. Sempre geniale, sempre sorprendente, sempre fuori misura. Del resto che ci volete fare? Siamo un Belpaese così: in cui lo sconto fiscale si attacca in tv e si sa, ma poi sotto sotto, si fa non una ma due volte il condono tombale.
Siamo il Belpaese in cui si incassano introiti milionari per trasformarsi (per finta, s’intende) in profeti del pauperismo. Poveri illusi: fate sacrifici. Altro che fessi: i furbi investono in Sudamerica. Tanto c’è sempre un servo alla bisogna.

Il paladino delle regole? Grillo è un soggetto che si nutre di pane e moralità. Di più: è il terrore di tutti i politicanti. Inflessibile con tutti, indulgente con se stesso.
Più passano le ore, però, e più scopri che il suo metodo, il suo concetto di “democrazia” assomiglia a quello di Berlusconi. Un saltimbanco con una concezione autoritaria della politica, quanto sbrigativa dei rapporti umani. Un passato da nascondere (l'incontro segreto nel 2008 con l'ambasciatore USA in Italia) e un presente da esibire urlando forsennatamente per coprire l'inconsistenza.

In fondo ha scambiato la scena politica per un palcoscenico e più che leader del suo partito su misura - che sembra un cappotto ben abbottonato - chiamato M5S (acronimo che tanto ricorda i servizi segreti inglesi) è il padrone. Hanno mai celebrato un congresso nazionale tantomeno condominiale, per eleggere un segretario, un presidente, che ne so un portavoce? Oppure sono tutti telecomandati da non fiatare mai pubblicamente senza che lo voglia il capo o il sottocapo? Chi comanda: Grillo o Casaleggio? Bel dilemma.

Grillo si autorappresenta come vuole Casaleggio, come un campione dell'antipolitica, ma a parole, solo a chiacchiere fritte. Vuole, anzi pretende il 100 per cento dei consensi elettorali. Tradotto: tutto il cucuzzaro. E per farne che? Ha fatto al suo partito quello che ora vorrebbe fare all’Italia dietro suggerimento a latere del suo influencer prediletto?
 E’ l’immagine di un imbonitore che da possibile medico di quella contagiosa malata che è la politica, si è trasformato in uno dei sintomi. Ammesso e non concesso che la crisi della democrazia sia, se non risolvibile, quantomeno contenibile agendo esclusivamente sulla sfera morale e/o giudiziaria. Grillo, non ha le carte in regola nemmeno in questo caso. Troppe sono le sue contraddizioni, troppi i compromessi e le ambiguità di cui si è reso protagonista.

Agita le folle ma gestisce il suo movimento come un affare privato. Dice di essere l’unica opposizione al malgoverno, ma in realtà appare come il suo specchio.

C'è un vecchio adagio del popolo Navajo che recita così: "I segreti si aprono una strada tra le sabbie degli inganni per essere conosciuti da tutti".

Basta dittature: abbiamo già dato. Tutti a casa i ladri di futuro e di libertà!

P.S. Ragionier Beppe Grillo, ci sono sempre le 15 domande a lei inviate per posta elettronica che dal 4 marzo 2013 attendono una sua risposta, nel suo interesse ovviamente. Non potrà sottrarsi ad un contradditorio pubblico in eterno, mascherandosi dietro la Rete: se accetta porti pure al seguito Gianroberto, ne ho anche per lui! O pensavate di passarla liscia?

GRILLO: QUELLO CHE NON DICE SU BANCHE & CASALEGGIO




di Gianni Lannes

Alla voce partnership il vocabolario Zingarelli della lingua italiana parla chiaro: «Accordo di natura politica, economica e sim., fra due o più nazioni, enti o imprese». Vuol dire che da un socio si prendono spunti, con un partner si collabora alla realizzazione di progetti, con un alleato si condividono esperienze, ma soprattutto clienti da cui intascare profitti economici. 

La Casaleggio Associati - editore, organizzatore, promotore e massaggiatore cerebrale (influencer) di Beppe Grillo - sfoggia come un trofeo le rispettive partnerships. O meglio una propria particolare partnership. Si tratta dell'azienda informatica Enamics, una società targata USA, fondata nel 1999. Leader nel BTM, ovvero nel Business Technology Management, una metodologia che consente di prendere in tempo reale decisioni atte a massimizzare il profitto di un'azienda. La Enamics si vanta e i Casaleggio citano con disinvoltura questa medaglia, di avere fra i propri clienti, al quale hanno fornito il loro BTM, addirittura  la JP Morgan. Una delle banche finanziarie più potenti del mondo: ha investimenti su tutto il globo terrestre. Più di tutto: è uno dei potentati speculativi coinvolti in una mastodontica frode ai danni dello Stato italiano, o meglio dell’ignaro popolo italiano. Di che si tratta? Di circa 600 milioni di euro truffati ai contribuenti in compagnia della Lehman Brothers e della Goldman Sachs. Ma non è l’unico caso.



L’Espresso (1 giugno 2007) - «Banche d'affari e di truffe. Secondo l'inchiesta della Procura di Pescara, Goldman, Lehman e Jp Morgan hanno frodato il Fisco italiano. Ecco come. E quanto pagheranno Lehman Brothers, Goldman Sachs e Jp Morgan, tre fra le principali banche d'affari mondiali, costrette a piegarsi davanti alla porta della Procura di Pescara. Bussano per restituire il maltolto e rinunciare a oltre 600 milioni di euro di crediti maturati con l'erario dopo anni di raggiri. Una gigantesca truffa ai danni dello Stato consumata con i pacchetti azionari di investitori di ogni angolo del globo: europei, americani, asiatici, australiani. Per riuscire a spillare denaro è stato sufficiente chiedere il rimborso del credito d'imposta sui dividendi delle società italiane, facendo credere all'amministrazione finanziaria di averne diritto. Per incassare c'era solo da aspettare; tanto nessuno controllava. In questo modo, secondo i documenti degli inquirenti che 'L'espresso' ha potuto visionare, le banche americane e una lunga serie di altri istituti di credito erano riusciti a mettere le mani su una torta miliardaria. Un giochetto andato avanti per anni, fino a quando la magistratura non ha affondato il bisturi nel bubbone. E allora per le protagoniste dello scandalo sono cominciati i guai. Passando al setaccio oltre 40 mila richieste di rimborso del credito d'imposta sui dividendi per gli anni 1999-2003, il procuratore di Pescara, Nicola Trifuoggi, e i suoi sostituti Giampiero Di Florio (esperto di reati finanziari) e Giuseppe Bellelli, hanno portato alla luce le dimensioni colossali del raggiro: complessivamente, ben 4 miliardi 300 milioni di euro, quasi una manovra finanziaria. E soprattutto, le responsabilità dei vari protagonisti.

La scoperta della truffa sui rimborsi, nome in codice 'easy credit', risale al 2005 quando, dopo una indagine sulle richieste inoltrate da società inglesi, il Gruppo repressioni frodi della Guardia di finanza di Roma ha trasmesso un rapporto alla Procura di Pescara, competente per territorio visto che nella città abruzzese ha sede il centro operativo dell'Agenzia delle entrate che si occupa di queste pratiche. Secondo la nostra legislazione il diritto al credito d'imposta sui dividendi spetta unicamente alle società e agli enti residenti in Italia. Alcune convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali, come quelle stipulate dall'Italia con la Gran Bretagna e la Francia (hanno funzionato dal 1992 al 2003), prevedono tuttavia l'estensione di questo diritto anche ai residenti nell'altro Stato contraente. Cosa hanno fatto le tre banche d'affari per mettere le mani sui rimborsi miliardari italiani? Si sono fatte 'prestare' temporaneamente da ogni angolo del mondo, da fondi di investimento e istituti di credito delle più svariate nazionalità, pacchetti azionari in maniera che, al momento dello stacco del dividendo delle società italiane, queste azioni risultassero di proprietà delle loro filiali inglesi Lehman Brothers International Europe, Goldman Sachs International e Jp Morgan Securities Limited, tutte e tre con sede a Londra e perciò titolate a chiedere il rimborso. Una volta incassato il dividendo e maturato il credito, tempo qualche settimana, i titoli azionari venivano restituiti agli effettivi proprietari.
Un caso tra i tanti. Il 23 marzo 2001, Banca Intesa riceve dalla Deutsche Bank di Londra l'ordine di prelevare 3 milioni di azioni Eni da un proprio conto per girarle a quello della Lehman Brothers International acceso presso la Citibank di Milano. Il 5 maggio, puntualmente, le azioni entrano sul conto milanese della Lehman. Il 18 giugno avviene lo stacco del dividendo Eni e meno di un mese dopo, maturato il diritto al rimborso, le azioni fanno il percorso inverso rientrando sul conto londinese della Deutsche Bank. In quei giorni di operazioni di questo tipo ne sono state fatte a migliaia, creando un traffico così intenso da fare quasi scoppiare i portafogli-titoli delle tre banche d'affari. Lehman Brothers international Europe, per esempio, rispetto a una giacenza media nell'intero arco del 2001 di 5 milioni 400 mila azioni Eni, nel mese di giugno vedeva il numero dei titoli petroliferi registrati sul proprio conto milanese superare i 155 milioni. Una grande performance, ma non la sola. Anche Goldman Sachs e Jp Morgan sono state attivissime. La prima, rispetto a una giacenza media annuale di meno di 50 mila titoli Eni, sempre nel giugno 2001 arrivava a possederne 355 milioni. Un record di cui la Guardia di Finanza ha messo a nudo tutte le irregolarità, facendo emergere anche le responsabilità di tutte le altre istituzioni che hanno utilizzato le convenzioni bilaterali sui crediti di imposta sui dividendi firmate dall'Italia».

Il silenzio del Grillo - Una finanziaria spalmata su una manciata di banche mafiose d’affari. Un ottimo biglietto da visita per una banca che controlla una mezza dozzina di  super multinazionali finite nell’occhio del ciclone di numerose inchieste giudiziarie. E Grillo? Ne ha forse parlato di questo scandalo? Assolutamente no. Certo cita la banca genericamente parlando dei guadagni speculativi sul collocamento in borsa di alcune società petrolifere, ma nulla di concreto, nulla di dettagliato e soprattutto nulla di questo assurdo scandalo. La Jp Morgan è come il prezzemolo: si trova un pò dappertutto. Se la inserite su un motore di ricerca appaiono decine di pagine che la vedono coinvolta in spregiudicate operazioni finanziarie di ogni tipo. Persino Tony Blair era sul libro paga. E' un colosso fuori controllo di legalità. Controlla le finanze di mezzo mondo e soprattutto ha interessi giganteschi forti nel petrolio e nell'energia. La JP Morgan che gravita sotto la sfera della potente famiglia Rockfeller, ha le mani in pasta nella Exxon e nella Texaco. Un altro riferimento: le grandi società del petrolio sono sospettate di scommettere al rialzo del prezzo del petrolio attraverso futures gestiti prevalentemente dalla banca inglese, queste operazioni sono le maggiori responsabili degli aumenti del costo del petrolio, la cui carenza è effettivamente opinabile viste le diverse scorte che gli USA tengono sotto sorveglianza in tutto il mondo. L'aumento del costo del petrolio è la causa più importante dell'inflazione dei generi alimentari e dunque dell'impoverimento mondiale.

Perchè Grillo non ne parla? Perchè si limita a citare JP Morgan per la gestione dell'ingresso in borsa della Saras, oppure parla del petrolio solo in termini di mobilità per sponsorizzare l'uso della bici (lodevole ma riduttivo)? Strano anche il fatto che Grillo non citi le scoperte abbandonate (per colpa del taglio dei finanziamenti proprio del magnate Morgan, fondatore dell’omonima banca) da Nikola Tesla più di un secolo fa sulle energie ad impatto zero. Un dettaglio, ossia un’amara scoperta: dietro l’attuale rapina di idrocarburi - assecondata prima dal Governo Berlusconi e poi agevolata dal Governo Monti - in barba alle normative di protezione ambientale, in corso nel Belpaese, mari inclusi, ci sono un pugno di società a responsabilità limitata, riconducibili a due clan: Rockefeller & Rothschild. Si chiama deregulation. Così tutto torna.

Passato rimosso - In linea di principio, la creazione di base monetaria in condizioni di monopolio dà la possibilità alla banca centrale di ottenere redditi (il signoraggio) pari alla differenza tra i ricavi ottenibili dall'investimenti in attività finanziarie e reali e i (trascurabili) costi di produzione. Poiché questi redditi derivano dalla condizione di privilegio concessa dallo Stato, i profitti sono in genere incamerati in misura prevalente da quest'ultimo, sotto forma di imposte.  Il Signoraggio consiste nel guadagno che le Banche o lo Stato hanno nello stampare moneta. L’inesistenza di un rapporto fra la moneta e la riserva aurifera implica che l'utilizzatore di moneta si fidi del suo valore. Beppe Grillo iniziò a denunciare l'uso distorto del Signoraggio da parte delle Banche Centrali, partecipate da Banche private, alla fine degli anni '90. Come nel suo spettacolo "Apocalisse Morbida", dove Grillo sparava a zero sui governatori delle Banche centrali, sostenendo che queste ultime stampano denaro e lo prestano allo Stato acquistando Bot e CCt e che il debito pubblico è dunque alimentato da questa forma speculativa. La denuncia ebbe seguito immediato. Moltissime persone si specializzarono sul tema cogliendo le contraddizioni e le speculazioni legate al signoraggio monetario. Fu tale il seguito che quando nel 2005 nacquero i primi meetup, se ne creò uno apposito addirittura, il cui membro più attivo era un tal "Sandro Pascucci". Ebbene Grillo abbandonò di colpo il tema, dicendo che per la gente era troppo. Nulla di più. Pascucci fu cancellato dal meetup perché accusato di spam sul board nazionale. Lo stesso Pascucci denuncia la censura sul suo blog citando Punto Informatico, il quale scopre che sempre per motivi di spam, pare sia impossibile tecnicamente fare commenti su beppegrillo.it che contengano la parola "signoraggio". Scrive ad esempio "Claudia Parmeggiani": «SONO BASITA!!!! Sig. Beppe Grillo, la stimo e la ringrazio per questo spazio che ci ha consentito di incontrarci, scambiarci pareri e informazioni con la speranza di riuscire a fare qualcosa. Mi stupisco però di ciò che in pochi giorni è accaduto: sparizione dell' URL, restrizione del numero di parole da postare e in ultimo avere creato un filtro a parole che pare tanto a Lei turbino....o forse è piuttosto una guerra tra l' Innominabile e il suo staff? Lei ne è a conoscenza?».

Da un lustro Grillo sembra aver dimenticato il signoraggio dei banchieri durante i suoi spettacoli. Perché? Che scopo ha il Movimento 5 Stelle se il vero e unico problema è la gestione “masso-mafiosa” della emissione monetaria che rende interi paesi schiavi del sistema economico, sotto la pressione di un debito realmente inesistente? Forse serve per dirottare le masse e deviarle verso lidi estremamente funzionali per il Sistema che ci controlla?

Qual è il senso di scatenarsi per un parlamento pulito (contro i politicanti pregiudicati), movimentare le masse, quando i controllori della politica (Stato e Parlamento) sono e rimangono i grandi banchieri internazionali? Quando coloro che emettono la moneta hanno il Potere di far fare le leggi ai burattini in Parlamento, a cosa serve prendersela con la manovalanza? Forse per evitare di tirare in ballo i veri manovratori occulti?".

Forse questo silenzio improvviso è legato proprio alla presenza della JP Morgan come cliente Enamics? Beppe Grillo è ostaggio della famigerata banca d'affari?
Paolo Raimondi, presidente del movimento internazionale per i diritti civili, parla infatti dei legami che la banca nord-americana ha con il fenomeno del signoraggio:
«Il sistema finanziario internazionale è in bancarotta. Le banche centrali hanno finora gestito in coordinazione tra loro la crisi, al servizio degli interessi della grande finanza privata. Ma questa gestione non basta più né potrà reggere gli sconvolgimenti che si prospettano nell’immediato futuro. La bolla speculativa è stata ingigantita a livelli inimmaginabili attraverso le speculazioni immobiliari e soprattutto quella dei prodotti derivati. Basti pensare che una sola banca americana, la JP Morgan Chase, ha ben oltre 50.000 miliardi di dollari in contratti derivati OTC, più di 5 volte il PIL degli USA! L’economia reale sottostante è stata ovunque distrutta, a cominciare dal cosiddetto settore avanzato, cioè l’Europa e il Nordamerica. Ciò che si sta verificando è un vero e proprio crollo. Fenomeni come quello di LTCM possono ripresentarsi in ogni momento. La paralisi produttiva imposta dalle regole di Maastricht è la garanzia di un terremoto finanziario e bancario».
Sul contorno del signoraggio monetario si muovono anche le teorie relative al Nuovo Ordine Mondiale: una prospettiva preoccupante secondo la quale un nugolo di poche banche e di pochi speculatori stiano improntando un piano di dominio totale sulla gente e sulle nazioni.

Manipolazione della massa - La JP Morgan è cliente di un'altra azienda del web, la Bivings Group, a cui i Casaleggio si sono esplicitamente ispirati e le cui tecniche hanno importato da noi. I siti internet delle due società erano fino a poco tempo fa, assolutamente identici. Fin qui niente di grave. Sulla Bivings Group si potrebbe scrivere un libro a parte. E' una società anch'essa a stelle e strisce, sorta nel 1993, divenuta in poco tempo leader in "social network", in web marketing e in guerrilla advertising. Analizzare il lavoro della Bivings Group ci aiuta ancora meglio a capire come si esplichino queste magnifiche e fulminanti tecniche di marketing. Le multinazionali come la Monsanto, ad esempio, affidano i propri messaggi a società come la Bivings Group, che manipolano l’opinione pubblica grazie al «marketing virale», intrufolandosi nei forum di discussione su internet e diffondendo le opinioni delle multinazionali sotto le sembianze di «comuni cittadini». Le multinazionali hanno imparato che il modo migliore per affermare il proprio punto di vista è stare in disparte e lasciare che a sostenerlo siano dei comuni cittadini. Marketing virale?

Un approfondimento di George Monbiot spiega molto molto bene che cosa successe nel 2001. «Vi sono aziende che inventano cittadini fittizi per cercare d’influenzare il nostro modo di pensare. La persuasione funziona meglio quando è invisibile». Il neuro-marketing aveva fatto i suoi primi passi con la creazione di associazioni finte, per favorire e promuovere la deforestazione o l'inquinamento, ma il livello massimo si raggiunse quell'anno, quando la Bivings studiò, divenne demiurgo e senza neppure usare l'argilla si inventò esseri umani fittizi. La Monsanto aveva più volte cercato di convincere direttamente la gente che le sue sementi erano un toccasana per l'umanità, ma l'evidente conflitto di interesse aveva condotto con sè ripetuti e grotteschi insuccessi. Fu allora che intervenne l'internet lobbyng della Bivings.  Tra i clienti della Bivings Group si annoverano diverse multinazionali. Non solo la Monsanto. Ancora sfogliando l'elenco, presente in bella vista nel loro sito, si scoprono almeno due multinazionali del tabacco, la prima è la Lorillard Tobacco Company, di proprietà del ricchissimo Louis Lorillard, la seconda è, la Philip Morris. E' interessante sapere che anche queste due società appartengono alla lista clienti della più grande impresa manipolatrice di opinioni, considerando che da diversi anni, anche nelle loro personalità scientifiche eccelse come Andrew Tisch e William Campbell, queste due company del tabacco cercano di dimostrare che la nicotina non è tossica e non produce dipendenza.

Nell’elenco clienti Bivings, troviamo una nuova spiacevole sorpresa: BP AMOCO. BP/Amoco, ha sede a Chicago, ed è nata nel 1998 dalla fusione della statunitense Amoco Corporation con la British Petroleum Company p.l.c. del Regno Unito. BP AMOCO viene inserita a pieno titolo nelle 10 peggiori multinazionali al mondo. A febbraio del 2000, la sussidiaria in Alaska della BP Amoco - BP Exploration (Alaska) Inc. - è stata condannata al pagamento di una multa di $500,000 per aver omesso di riportare lo smaltimento di scorie pericolose nella regione del North Slope, in Alaska. A suo tempo, la BPXA si è dichiarata colpevole di crimine ambientale, la compagnia ha accettato il patteggiamento civile in base al quale ha pagato 6.5 milioni di dollari di penale per rispondere delle accuse per le quali avrebbe disposto in maniera illegale di scorie pericolose e violato la legge federale sull’acqua potabile. Ad aprile, BP Amoco ha accettato di pagare 32 milioni di dollari per rispondere delle istanze del False Claims Act (legge americana per le false dichiarazioni n.d.a.) e di alcune istanze amministrative per le quali la compagnia avrebbe sottopagato i diritti dovuti per il petrolio ricavato da terreno federale ed indiano sin dal 1988. A luglio, BP/Amoco ha accettato di pagare 10 milioni di dollari per chiudere un’istanza sul Clean Air Act (la legge USA per la tutela dall’inquinamento dell’aria n.d.a.).

E ancora, proseguendo, fra le varie NASA, Toyota e Siemens USA, finiamo per trovare alcuni movimenti politici di tutto rilievo, come il "Republican National Committee". Il "RNC" è una sorta di rappresentanza, di partito senza tessere, dei repubblicani e Karl Rove ne è una sorta di profeta, il teorizzatore delle strategie anti-partito-democratico. Il Partito Repubblicano è il partito delle guerre in Iraq e Afghanistan, il partito del controllo assoluto, il partito di Guantanamo, il partito che fu di Nixon e delle sue porcate. Il "RNC" è cliente della Bivings e fa piacere sapere che le strategie di Rove potranno essere realizzate dall'azienda del web che piace tanto ai Casaleggio, alla quale i Casaleggio si ispirano e della quale condividono i principi di Web Marketing. Fra l'altro, esperimenti repubblicani riusciti bene con la Bivings, visto il precedente di Bobby Jindal, che è diventato governatore della Luisiana, ve ne sono.

Dulcis in fundo, ecco la Hewlett Packard, autrice del più grande scandalo informatico dell'ultimo decennio. Hp infatti, al fine di identificare i responsabili della fuga di informazioni che risale ai mesi precedenti alla partenza dell'ex Ceo Carly Fiorina nel febbraio del 2005, ha ingaggiato investigatori privati, i quali però hanno utilizzato metodi e tecniche di intercettazione ai danni dei membri del consiglio di amministrazione e degli impiegati della società, violando le leggi USA.

Non sorprende più di tanto che chi "produce" il comico genovese, si ispiri direttamente ad un'azienda specializzata nel vendere menzogne a buon mercato. E se si fa una ricerca sul blog di Grillo, si scopre che di questi scandali eccezionali non vi è traccia. Non un articolo sulla Philip Morris, non un articolo sulla BP Amoco, non un articolo sulla HP. Come mai ragionier Grillo? Un’autentica coincidenza considerando che i suoi produttori si abbeverano alla maggiore azienda produttrice di falsi in rete.

Ultima domanda. Come mai ragionier Grillo non ha fiatato sulla truffa bancaria da 4,3 miliardi di euro ai danni del popolo italiano, perpetrata da alcune banche a lei note, come Jp Morgan e Goldman Sachs? C'è un'interrogazione parlamentare che non ha mai avuto risposta: né dal Governo Berlusconi né dal Governo Monti.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/banche-daffari-e-di-truffe/1629089


http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=304262

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