Quanto vale la cittadinanza
europea? 650.000 euro in contanti, pare.
E’ questa la sostanza della
nuova
legge (http://www.justiceservices.gov.mt/DownloadDocument.aspx?app=lp&itemid=25559&l=1) passata dalla maggioranza laburista a
Malta. Il nuovo Individual Investor Programme, dietro il solo requisito
pecuniario, concederà a facoltosi applicanti il beneficio della
cittadinanza dell’arcipelago, con annessi benefici: cittadinanza
europea, libertà di movimento in Schengen, e
viaggi visa-free per gli Stati Uniti. Sono previsti
anche sconti-famiglia: solo 25.000 euro
ciascuno per gli altri passaporti per i parenti più prossimi, oltre al primo. La
gestione delle candidature e della procedura sarà esternalizzata alla
società Henley and Partners, che dovrebbe trattenere il
4% degli incassi.
Tutto
legale, ha confermato a denti stretti la Commissione
europea: non esistono regole comuni sulla
concessione della cittadinanza, poiché gli stati membri non hanno voluto che
l’UE avesse diritto di parola sulla materia. Dunque, per paradosso, la
concessione della cittadinanza comunitaria, che è complementare a
quella degli stati membri, resta regolata da 28 leggi
diverse. Come cittadini UE, questi “nuovi maltesi” avranno
diritto a viaggiare, vivere, lavorare e, se la fortuna dovesse girare
per il verso sbagliato, accedere alla protezione sociale in
tutti gli altri 27 stati membri.
Secondo
l’Economist, con tutta probabilità chi avrà le capacità
finanziarie per far domanda per un tale canale saranno, da una parte,
i nuovi ricchi dei paesi emergenti in cerca di una vita più
confortevole nell’Occidente, o i vecchi ricchi occidentali in cerca di un mezzo
per oscurare la propria cittadinanza originaria durante i propri
viaggi. In ogni caso, come ricorda il Berlaymonster, ”chiunque abbia 650.000 euro in tasca e
voglia spenderli per diventare europeo non è probabilmente il tipo di
persona che vorremmo veder muoversi liberamente all’interno
dell’UE”.
L’opposizione al
provvedimento è venuta dal Partito nazionalista (centrodestra)
all’opposizione, che ha promesso una raccolta firme per un eventuale
referendum. “Non
vogliamo essere paragonati ai paradisi fiscali dei
Caraibi”, ha dichiarato il capo dell’opposizione
Simon Busuttil.
La nuova procedura, secondo
l’opposizione, manca d
i trasparenza, in quanto i nomi dei nuovi cittadini non
saranno resi pubblici. I nazionalisti hanno annunciato che, in caso
dovessero tornare al governo in futuro, revocheranno i nuovi
passaporti – anche se ciò potrebbe essere costituzionalmente
complicato, secondo l’avvocatura dello stato. L’annuncio che i nuovi passaporti
potrebbero essere politicamente “a scadenza” potrebbe raffreddare gli entusiasmi
dei Paperoni stranieri pronti ad un viaggio di sola andata per
Malta.
I motivi dietro alla svolta non sono
chiari. Il governo di Joseph Muscat considera di incassare
inizialmente circa 30 milioni il primo anno (fanno una cinquantina di nuovi
cittadini), per poi aumentare la portata a 200-300 nuovi maltesi negli anni
successivi. Ma Malta non è finanziariamente in crisi, e il
motivo di cassa non può essere sufficiente. L’obiettivo, secondo il governo, è
di attrarre nuovi cittadini ”di talento” sull’isola. Cosa
intenda per talento il primo ministro non è chiaro, dato che sembra far
riferimento più alla moneta di biblica
memoria che non ad effettive capacità personali.
Malta non è
il primo paese europeo che cerca di fare affari svendendo i
propri diritti di residenza e cittadinanza; Austria, Portogallo, e
Cipro l’hanno già fatto in passato, anche se in forme meno sfacciate.
Ma è il primo che non richiede nessun tipo di requisito
aggiuntivo, come la necessità di investire forti somme nell’economia
del paese; solo soldi
cash.
Vienna offre il passaporto
a chi investe 10 milioni di euro nel paese o dona 3 milioni ad un ente
caritatevole. In Portogallo, chi investe almeno 1 milione di
euro ha la possibilità di guadagnare un passaporto dopo 5 anni. A
Cipro, chiunque abbia perso più di 3 milioni di euro nel
bail-out del paese può riscattare un passaporto in cambio. Precedentemente,
sull’isola era possibile ottenere la cittadinanza depositando 17 milioni di euro
in banca, vivendo e facendo affari sull’isola, e mantenendo una fedina pena
pulita. Ma il sistema non aveva funzionato a dovere, come
dimostrò nel 2012 la revoca della cittadinanza a Rami
Makhlouf, cugino del presidente siriano Assad, dopo il suo
blacklisting da parte dell’UE. ;Spagna, Gran Bretagna,
Bulgaria e Lettonia sono altri paesi che offrono diritti di
residenza (ma non di cittadinanza) a facoltosi
investitori.
La legislazione maltese sulla cittadinanza,
così come quella sull’immigrazione e sull’asilo, hanno bisogno di
una riforma urgente. Ma non certo nella direzione
della commodificazione e della trasformazione in merce di quello che
dovrebbe essere il legame fondamentale tra un individuo e uno stato.
Né in
quella della creazione di due standard diversi
sull’immigrazione, basati solo sulla capacità del portafoglio:
uno, legale, per i super-ricchi in cerca di una seconda vita o di un passaporto
di comodo per i loro loschi affari; e uno, illegale, per i richiedenti asilo in
fuga da conflitti e miserie di Africa e Medio Oriente, che quando non annegano
nel Mediterraneo si ritrovano soggetti a detenzione
obbligatoria.
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