Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri
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Gentile Signor Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri,
poiché tutti i giorni vanno verso la morte e l'ultimo prima o poi arriva, prima che io giunga a tal evento ho deciso di togliermi un sassolino dalla scarpa.
Pensavo che fosse il nuovo che avanza, ma la sua frase "vado ad incontrarli così me li tolgo dai piedi”, ha evocato in me il titolo di un vecchio libro, "Sterminate quelle Bestie", di Sven Lindquist; certo il paragone può sembrare un po' azzardato, ma non ritengo d'essere molto lontano dalla realtà, se penso e ritengo che fra qualche anno almeno 50.000 avvocati saranno eliminati dal mercato.
L'obiettivo suo e dei suoi degni predecessori sarà così presto raggiunto!
Rappresentiamo noi le"Lobbies", oppure esse sono rappresentate da quei poteri, facilmente identificabili, quali banche e assicurazioni, potentati e gruppi industriali a favore dei quali, ogni giorno, approntate una leggina o "un ricamino" al fine di rendere i bilanci più cospicui?
Ritengo, Signor Ministro, che Lei sia molto lontana dalla realtà quotidiana e la invitiamo in quel di Catania a esercitare, se ci onora, affiancamento con qualsiasi avvocato che al mattino si reca dal giudice "a fare udienza"!
Forse 15 giorni basteranno, ma solo nelle aule del civile, per capire come si svolge il mercato delle vacche.
Mi rendo conto che Lei non si sarà mai imbattuta in una bieca lite condominiale (per il decoro che indossa e perla dignità che porta) o in un incidentino stradale o in una vacanza rovinata da ritardi o da volo cancellato o negligente ospitalità (essendo costretta a viaggiare sempre con scorta da ex Prefetto prima, da Ministro adesso), ma sa quanti poveracci anelano la realizzazione del proprio diritto ogni mattina, dovendoci noi districare nelle anguste maglie del sistema? Sistema disastrato,deteriorato, distrutto, ormai negletto che si vuol tentare di raddrizzare con:Mediaconciliazione, Eliminazione di Sedi Distaccate, Accorpamenti degli Uffici dei Giudici di Pace e con tutto il resto.
Mi dica, Sig. Ministro, di chi la colpa del malfunzionamento della macchina giudiziaria?
Mi dica, Sig. Ministro, di chi la colpa del malfunzionamento della macchina giudiziaria?
Perchè, per una volta, per una sola volta, non dite la verità? Perchè non la dice LEI sig. Ministro?
Pensa che gli avvocati siano contenti del fatto che un processo duri tanto? Pensa che gli avvocati siano contenti che le Corti d'Appello si siano inceppate? Pensa che i Giudici, i Segretari, i Cancellieri, gli Ufficiali Giudiziari, gli Ausiliari tutti, siano sufficienti in questo Paese a far andare avanti la macchina giudiziaria alimentata a carbone, anziché a benzina?
Perchè far ricadere tutte le colpe sugli avvocati e non su quegli uomini politici dei trent'anni/vent'anni pregressi che, oltre a non aver saputo/voluto approntare una seria riforma della giustizia, hanno disprezzato ogni regola, spinti dalla libido di un potere enorme, sottratto ad ogni forma e norma di civiltà?
No, Sig. Ministro Noi non ci stiamo più!
La misura di civiltà di un Paese è data dalla misura del suo grado di giustizia ed in questo Paese la giustizia è negata, a qualsiasi cittadino onesto, per il suo malfunzionamento non certo per cattiva volontà degli avvocati!
Oggigiorno il parlamento, anziché legiferare con il parametro dell'essere, legifera con quello dell'avere!
Prevalgono gli obiettivi di natura economica (vedi Abi e Confindustria con cui si sono fatte convenzioni notissime ed infami), disconoscendo valore alla professione intellettuale, quando invece la cultura è il primo fattore di crescita economica.
Le poche modifiche che vengono fatte, da un lato costituiscono interventi che trasudano ignoranza ed inconsistenza, dall'altro costituiscono interventi a favore dei soliti noti (vedi Tribunale delle Imprese), anziché a favore dei più deboli (vedi processo del lavoro).
A tal proposito è bene che lei sappia che la sez. lavoro del Tribunale di Catania da anni e annorum è sottorganico; di chi la responsabilità? (Ovviamente ciò nel penale vi fa comodo poiché le carceri si svuotano per la prescrizione dei reati, anziché per aver scontato la pena).
La verità pura e semplice, sig.Ministro, è che la giustizia è lenta ed inefficace perché non si è mai investito su di essa e quando si è intervenuti lo si è fatto solo a discapito dei deboli!
Ecco alcuni esempi recenti:
1) D. Lgs. 209/ 2005, c.d. indennizzo diretto (legge truffa);
2) continuo e costante atteggiamento delle compagnie di assicurazioni volto ad eliminare il c.d. danno morale;
3) abolizione di fatto del danno biologico da micropermanente;
4) tariffe professionali al di sottodei principi di ragionevolezza, equità e dignità del professionista;
5) aumento del contributo unificato e dei diritti rilascio copie spropositato;
6) aumento del contributo in appello (punitivo, per l'incapacità di introdurre una seria riforma);
7) aumento del contributo per ricorrere in Cassazione;
8) riforma legge Pinto;
9) aumento diritti notificazione atti.
In ultimo vi sarà l'attacco alle tabelle elaborate dal tribunale di Milano per la liquidazione del dannobiologico da macro permanente.
Del settore penale ne vogliamo parlare Sig. Ministro, anche se non è il mio forte, anzi son del tutto incompetente, ma capisco bene: prescrizione breve; prescrizione lunga; falso in bilancio; corruzione; concussione; l'altro giorno raccontava un mio amico penalista che per calcolare la prescrizione nel penale occorre la calcolatrice e spesso non si riesce a capir bene quando si prescrive un reato.
Perchè si è ridotta così la giustizia? Lo chiedo a Lei Sig. Ministro, perchè io non mi ci raccapezzo più!
Lei Sig. Ministro, con molta probabilità, non sa e mai potrà capire cosa vuol dire tutto questo.
Le rispondo io Sig. Ministro: "fine della professione" e riciclaggio nella indifferenziata!
Sa Sig. Ministro, un tempo la voglia era tanta,cosiccome la speranza di un futuro migliore per noi ed i nostri figli, ma oggi persa pure "l'aria che respiriamo", non possiamo sperare neppure per i nostri discendenti il cui futuro è stato bruciato dalle istituzioni, dallo scialo di risorse pubbliche a vantaggio privato, delle corporazioni, delle vere caste, delle vere lobbies, che hanno già fatto man bassa di questo disperato Paese.
Sa Sig. Ministro, un tempo la voglia era tanta,cosiccome la speranza di un futuro migliore per noi ed i nostri figli, ma oggi persa pure "l'aria che respiriamo", non possiamo sperare neppure per i nostri discendenti il cui futuro è stato bruciato dalle istituzioni, dallo scialo di risorse pubbliche a vantaggio privato, delle corporazioni, delle vere caste, delle vere lobbies, che hanno già fatto man bassa di questo disperato Paese.
Come può un giovane avvocato oggi mettersi alla prova in relazione diretta con la realtà quotidiana, fattuale e valoriale, per scoprire che tipo di beni potrebbe LUI, solo lui, essere capace di portare al mondo?
Ce lo spieghi Lei Sig. Ministro,visto che continua a dissertare che bisogna reinventarsi, organizzarsi,rinnovarsi! Ci spieghi in che modo ci si possa reinventare, con qualche esempio in modo da poter mettere il giovane alla prova.
L'ultima invenzione Sig. Ministro,per quanto tollerabile, mi riferisco alla tanto decantata Mediaconciliazione, è solo l'ultimo tassello di un disegno ordito a favore dei soliti noti; tutti ben sanno quali interessi economici stanno alla base dell'istituto tanto decantato.Ma se davvero dobbiamo con esso convivere dovreste fare in modo da renderlo accessibile a tutti i cittadini, diminuendo il balzello per accedervi e rendendolo flessibile in modo da non ostacolare l'accesso alla giustizia!
Avrei tante e tante altre cose da dirle Sig. Ministro, ma le trascuro sia per non tediarla eccessivamente sia per togliermi dai piedi in fretta così da lasciarle più tempo per riflettere.
Aveva ragione Montesquieu quando,ravvisando la necessità di dividere il potere e bilanciarlo, osservava che,"indipendentemente da chi lo detiene, è nella sua natura tendere a farsi assoluto se non c'è qualcuno che può fermarlo".
Le lascio le frasi conclusive di un libretto scritto recentemente dalla professoressa Roberta De Monticelli, dal titolo “La Questione Morale”, che ben si attaglia all'attuale storico momento, scrittrice ed insegnante che di recente il sottoscritto ha avuto modo di conoscere attraverso i media, della cui saggezza dovrebbero far tutti tesoro:"Perchè dovremmo garantire a ciascuno l'esercizio della sua libertà per il bene e per il male, sapendo quanto arduo sia per l'essere umano divenire adulto - quanto rari in fondo siano quelli che lo diventano del tutto - e quanto fallibile resti il nostro giudizio? Perchè non c'è relazione alla verità fuori dall'esercizio di questa libertà, per rischioso che questo possa essere per gli altri e per se stessi. Ma inoltre perché, nell'esercizio di questa libertà, relazione alla verità c'è, contrariamente a quanto lo scetticismo pratico dei filosofi e quello interessato dei cinici affermano.
C'è come crisi, critica, confronto, discussione e verifica, continui.
Altrimenti non c'è.
Se l'origine delle norme - di tutte le norme - siamo noi, non è il nostro arbitrio, ma la fondatezza dei nostri assensi e dissensi che è fonte della loro legittimità. Ma allora non c'è altra vita morale che nella verifica sempre nuova che siamo disposti a fare dei giudizi di valore attraverso l'esperienza e la critica - come negli altri campi di ricerca della verità. Non c'è altra vita morale che nel"rinnovamento": e ne va di noi stessi, delle persone che vogliamo essere.
Oggi anche la politica deve tornare ad essere affare di chiunque voglia essere persona moralmente autonoma, e non libera solo di diventare "serva"" .
In un Paese serio Lei, sig.Ministro, non avrebbe più la poltrona ove si assiede e ciò non vale, purtroppo, solo per ELLA.
Con l'augurio di buon lavoro passo a salutarla,
cordialmente
Avv. Francesco Spampinato (foro di Catania)
Sottoscrive per condivisione e adesione
Rosanna Carpentieri
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